Refarming digitale terrestre: cos'è e come funziona

Da diversi mesi si parla di refarming del digitale terrestre delle emittenti televisive nazionali e regionali, ma cos'è e come funziona?
Refarming digitale terrestre: cos'è e come funziona

Da diversi mesi a questa parte, in merito al processo che porterà al nuovo digitale terrestre, si parla spesso di refarming. Anche in molti dei nostri articoli, che ci aggiornano sul progresso relativo allo switch off, spesso abbiamo parlato di questo. Tuttavia, ancora in molti non sono riusciti a capire bene di cosa si tratta.

Prima di tutto, occorre chiarire che il refarming non è qualcosa che deve fare un utente, ma è un programma prestabilito che va a modificare la trasmissione dei canali e la loro numerazione, ma solo in alcuni casi. Tuttavia, proprio per questo, i cittadini che vivono in quella zona dove è avvenuta tale modifica, necessariamente dovranno operare sul loro apparecchio con una risintonizzazione dei canali.

Ad ogni modo, cerchiamo prima di capire che cosa è effettivamente il refarming e poi vediamo di entrare nel merito su ciò che è necessario fare per continuare a vedere la programmazione trasmessa dalle emittenti nazionali e regionali impegnate in questo passaggio che sta avvenendo tramite tappe ben prestabilite nelle varie Regioni d’Italia.

Refarming digitale terrestre: cos’è

Cos’è quindi il refarming del digitale terrestre? Questo termine indica un passaggio, o meglio, la riassegnazione d’uso, in questo caso, della banda 700 MHz, fin’ora utilizzata per il broadcasting radiotelevisivo. In altre parole, questa era la banda sfruttata dalle emittenti nazionali e regionali per trasmettere i loro canali e la relativa programmazione.

Con questo processo, tutte le emittenti devono abbandonare tale frequenza che verrà impiegata dagli operatori telefonici mobili per lo sviluppo e la diffusione del 5G. In pratica, si tratta di un cambio d’uso. Al suo posto, tutte le emittenti trasmetteranno su una banda di frequenze più ristrette, definita anche in gergo tecnico sub 700.

L’attuale capacità trasmissiva sarà perciò garantita dal passaggio a cui abbiamo assistito l’8 marzo 2022, ovvero il primo importante switch off del digitale terrestre. In questa occasione, in tutta Italia la codifica è passata dalla vecchia MPEG-2 alla recente MPEG-4. Gli standard trasmissivi, invece, passeranno dal DVB-T al DVB-T2 che garantirà un’ottimizzazione capillare delle trasmissioni in alta definizione.

Lo switch off dell’8 marzo 2022 del digitale terrestre ha riguardato tutta Italia, così come riguarderà tutta Italia il passaggio al DVB-T2 entro gennaio 2023. Al contrario, il refarming del digitale terrestre è un processo che riguarda le singole Regioni distribuite in aree. Si tratta di un lavoro per tappe e date. Attualmente gran parte di questo processo è già stato ultimato, ma ci sono ancora zone d’Italia nelle quali le emittenti dovranno cambiare frequenza lasciando la 700 per la sub 700. Tutto si concluderà entro la fine di dicembre 2022.

Cosa è necessario fare durante questo processo

Durante il processo di refarming è necessario che ogni singolo cittadino esegua la risintonizzazione dei canali del digitale terrestre. Si tratta di un’operazione necessaria per poter continuare a vedere le trasmissioni dei canali. Infatti, dopo questo processo, avendo le emittenti modificato le loro frequenze, la ricezione sarà possibile solo dopo aver aggiornato il televisore o il decoder.

Le date previste per il refarming delle frequenze delle emittenti nazionali e locali nei singoli comuni si possono trovare alla sezione dedicata sul sito Nuova TV Digitale, realizzato proprio per l’occasione dal Ministero dello Sviluppo Economico. In quella pagina sarà possibile consultare tutto il calendario programmato nel proprio Comune di residenza o di domicilio. In questo modo sarà possibile effettuare la risintonizzazione al momento giusto, senza perdersi alcun programma.

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