MediaTek si difende: storie di benchmark truccati

MediaTek, accusata di aver falsato i benchmark spingendo al massimo i device in fase di test risponde rimettendo la scelta in mano ai produttori.

La storia dei benchmark mobile truccati è molto lunga e controversa. Le origini risalgono ai tempi del debutto degli smartphone, soprattutto quelli Android. Si tratta dei test di misurazione volti a offrire agli utenti un metro di paragone tra i device, fornendo un indice qualitativo dei dispositivi e delle loro risorse hardware. Il problema è che i risultati non sono molto difficili da manipolare e possono essere facilmente orientati per andare a favore delle esigenze dei produttori stessi.

Al centro delle polemiche c’è ora MediaTek, accusato di aver “truccato” i benchmark relativi ad alcuni dei suoi processori.

Benchmark truccati: il caso MediaTek

Il nome del produttore cinese di chip è stato tirato in ballo da un’approfondita analisi di Anandtech, con particolare riferimento ai benchmark effettuati sull’Helio P95, un processore che pur essendo più vecchio del più recente Dimensity 1000L, ha ottenuto secondo i test MediaTek dei punteggi migliori.

Score che non sono stati confermati dal nuovo benchmark effettuato su Helio P95, con una versione dell’app di benchmarking appositamente modificata per fare in modo che non venisse riconosciuta dal dispositivo testato.

Questo ha evidenziato il fatto che il processore esaminato è in grado di accorgersi, in base ad una funzione integrata nel firmware del device stesso, se c’è in esecuzione un’app di benchmarking e in questo caso il chipset spinge il dispositivo alle massime prestazioni, evidentemente diverse dalle performance legate ad un normale utilizzo del device. In pratica le performance vengono indotte forzatamente durante i benchmark non rispecchiando l’uso realistico di uno smartphone, fornendo quindi agli utenti delle indicazioni falsate.

Anandtech ha effettuato diverse prove, constatando che diversi dispositivi con SoC MediaTek hanno mostrato lo stesso comportamento con le principali app di benchmarking, dal Redmi Note 8 Pro dotato di Helio G90, all’OPPO Reno 3 Pro che presenta l’Helio P95, all’OPPO Reno Z con Helio P90, oltre a molti altri.

Benchmark

La risposta ufficiale di MediaTek alle accuse

Informata di questa scoperta, MediaTek ha risposto ufficialmente alle accuse, spiegando che in generale i SoC funzionano a diversi livelli di performance in base al task che deve svolgere lo smartphone, compresi i test di benchmark, sta ai produttori di device decidere se disabilitare questa tipologia di comportamento del processore, per offrire un risultato più realistico in caso di utilizzo quotidiano del device, o lasciarla abilitata al fine di mostrare tutte le funzionalità del chipset.

Fonte: MediaTek

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