Riluttanza di Google sul diritto all'oblio

Mountain View lo applicherebbe solo alle versioni europee del suo motore di ricerca.

Google si rifiuta di piegarsi alla sentenza francese in cui gli si impone di cancellare da tutti i suoi domini mondiali i risultati di ricerca inerenti ad utenti che hanno invocato il loro "diritto all’oblio" (diritto a cui si appellano gli utenti laddove rilevassero tra i dati dei motori di ricerca occorrenze denigratorie o sgradite).

Nel mese di giugno, la CNIL, l'autorità transalpina per la protezione dei dati, ha ordinato al gruppo del più importante motore di ricerca mondiale che la cancellazione dei record avvenisse a livello globale (in pratica, sotto tutte le estensioni, non solo dal .com).

A partire da maggio, da quando, cioè, la Corte di Giustizia Europea aveva stabilito che i residenti dell'unione possono richiedere ai motori di ricerca l'eliminazione dei risultati sgraditi che afferivano al loro nome, Google ha ricevuto oltre 250 mila richiesta di rimozione, accettandone solo il 41%.

Il comitato di esperti formato da Google
Il comitato di esperti formato da Google

Google, però, ha cancellato i record dalle ricerche fatte solo dai siti europei (come Google.de in Germania o Google.fr in Francia), escludendo quindi Google.com. In un post sul suo blog, Google aveva dichiarato che nessun paese può avere il potere di controllare il contenuto a cui possono accedere gli utenti un altro paese.

Ma l'accesso ai risultati negato solo alle versioni locali non piace alla CNIL che, comunque, vaglierà la posizione di Google che, pur dichiarandosi in rispettoso disaccordo, ritiene troppo restrittiva la richiesta francese. Google ha avvertito che l'applicazione del diritto all'oblio a livello globale farebbe scattare una "corsa al ribasso".

«Desideriamo trovare il giusto equilibrio», dicono da Mountain View in una pagina esplicativa online. «Poiché si trattava di una sfida nuova e complessa siamo andati a cercare consigli sui princìpi che Google dovrebbe applicare per prendere decisioni in merito ai singoli casi». Per questo motivo, Google ha chiesto a degli esperti un aiuto per affrontare questa sfida. Luciano Freddi, professore dell'Università di Oxford e consulente di Google, uno di questi esperti, avverte: «La cancellazione globale è troppo controversa senza un accordo internazionale».

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