I cellulari 3G contro i malintenzionati

Sembra proprio che i cellulari
di nuova generazione siano destinati a diventare sempre più importanti nella
prevenzione dei crimini. Nel Regno Unito il recente RIP Act permetterà a polizia
e magistratura di richiedere tutto il traffico dati effettuato da una persona
sospettata di un qualche crimine. Questo comprenderà anche le telefonate effettuate
con il proprio cellulare.

La legge è stata molto criticata
ed ancora è al centro di aspri conflitti. Con il 3G, infatti, tramite questi
dati, si potrà individuare la posizione della persona con un margine d’errore
di 10 metri. Ovvie sono le implicazioni. Al momento le compagnie telefoniche
mantengono questi dati, per motivi di tariffazione, solo per alcuni mesi. I
gestori assicurano che le informazioni vengono fornite solo previa richiesta
della magistratura. La nuova legge permetterà alla polizia di avere accesso
alle informazioni specifiche di ogni utente.

Tutte le misure previste dal RIP
Act, permetteranno alla polizia di avere un accesso più semplice e veloce a
questi dati. Attualmente, queste informazioni, non sono così importanti come
lo potranno essere col 3G, visto che il margine d’errore attuale sul posizionamento,
è superiore ai 100 metri. Secondo i promotori della legge, essa non lede i diritte
dei cittadini, visto che le informazioni potranno essere veicolate solo in casi
di inchiesta e rimarranno comunque di dominio dei soli addetti ai lavori. Ma
rimangono i dubbi. Addirittura, potrebbe accadere, che qualcuno indaghi e controlli
questi dati, senza che l’utente si accorga di alcunché. Certamente, comunque,
le eventuali prove raccolte in questo modo, saranno basilari per gli eventuali
processi.

La cosa che pone qualche dubbio
è che, essendo la polizia l’unica custode delle informazioni, eventuali prove
che scagionassero il sospettato, ottenute in questo modo, potrebbero non essere
presentate in giudizio. Adesso, in base a tutto questo, dovrà decidersi che
peso avranno queste informazioni nei futuri processi giudiziari e se si porranno,
addirittura, in posizione di maggior rilevanza rispetto alle testimonianze dirette.

Saranno i cellulari 3G a decidere
della colpevolezza o dell’innocenza dei futuri indagati? Due sono le difficoltà
principali: riuscire ad ottenere il prima possibile le informazioni da parte
delle compagnie mobili e capire quale sia l’accuratezza di tali informazioni.
Aspettiamo il primo caso e vedremo cosa accadrà.

 

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