ContactLab presenta i risultati della terza edizione della ricerca europea sull’utilizzo della posta elettronica tra gli utenti Internet. Questa nuova edizione analizza il rapporto tra email marketing, e-commerce, social network, considerando la costante crescita dei dispositivi mobili e la novità rappresentata dai siti di gruppi di acquisto online.
Il Report mette a confronto le abitudini e i comportamenti degli utenti in Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, con l’obiettivo di identificare i trend più significativi e fornire spunti utili per la definizione della propria strategia di email marketing. La ricerca è stata condotta su un campione rappresentativo della popolazione europea con accesso a internet, pari a più di 157 milioni di persone.
Un utente internet su cinque nel totale dei Paesi consulta abitualmente la posta elettronica tramite dispositivi mobili, con un’impennata tutta italiana per l’uso da smartphone: quasi un italiano su tre (29%) nel 2011 ha letto la posta sul suo cellulare. Nel 2010 dichiarava di avere questa abitudine il 18% degli utenti. Tra i modelli, in crescita i dispositivi Android (i preferiti in Germania e Spagna), si difendono bene l’iPhone e i BlackBerry, ma in Italia il 40% degli utenti dichiara di utilizzare uno smartphone Nokia.
Il numero totale di email ricevute in media ogni giorno nei cinque Paesi nel 2011 è impressionante: si parla di 5,3 miliardi di messaggi (in media 28 per utente), recapitati su 360 milioni di caselle. Di queste email, più di 700 milioni circolano solo in Italia. Una curiosità al femminile: in Italia e nel Regno Unito le donne ricevono ogni giorno più email degli uomini.
Oltre 360 milioni di caselle di posta utilizzate abitualmente nei 5 Paesi, 63 milioni solo in Italia. In media, quindi, più di due caselle per ogni utente Internet, nella maggior parte dei casi (61%) create per separare il lavoro dalla vita privata. Ma c’è anche chi apre un indirizzo email ad hoc per raccogliere tutte le newsletter a cui si registra (il 7% degli utenti ricorda di essersi iscritto anche a più di 20)- anche se predomina ancora l’utilizzo dell’indirizzo personale (principale 67% o secondario 18%).