Assistant e Siri: così ti hackero lo smartphone

I video che mostrano come gli hacker possono assumere il controllo del telefono tramite Google Assistant o Siri con il SurfingAttack.

Gli smartphone moderni sono pieni di applicazioni, gran parte delle quali sono state pensate appositamente per semplificarci la vita. Alcune di queste però, unite al fatto di essere connessi sempre e ovunque, possono lasciare le porte aperte a possibili malintenzionati. In questo momento ad essere nel mirino dei cyber criminali sembrano esserci gli assistenti virtuali, come Google Assistant e Siri, un attacco informatico che un gruppo di ricerca ha etichettato come “SurfingAttack“.

SurfingAttack: come funziona

Gli assistenti virtuali degli smartphone, nel loro normale funzionamento, aiutano l’utente a compiere alcune azioni con sul proprio device, ad esempio aprire delle app, effettuare delle telefonate, effettuare delle ricerche sul web e quant’altro. Se però a prenderne il controllo è un hacker il telefono può iniziare a compiere “da solo” alcune azioni che possono mettere a rischio la sicurezza e la privacy del proprietario dello smartphone. Ad esempio il telefono può iniziare a scattare foto e selfie, effettuare una telefonata consentendo a chi è dall’altra parte di ascoltare ad esempio una conversazione privata, o inviare email con informazioni anche sensibili.

L’attacco denominato “SurfingAttack”, scoperto da un team di ricercatori accademici, è in grado di controllare l’assistente digitale di un telefono in determinate condizioni che, diversamente da quello che si è abituati a pensare, non prevede l’invio di un software malevolo o di un link fraudolento, ma utilizza un particolare sistema di vibrazioni impercettibili, attivate all’interno di un raggio di azione di circa 10 metri e in grado di guidare gli assistenti digitali a proprio piacimento.

Quella che gli hacker sfruttano è la propagazione di onde guidate ad ultrasuoni attraverso materiali solidi, come un tavolo in alluminio, acciaio o vetro. Sfruttandone le proprietà di trasmissione acustica, gli hacker riescono ad attivare i comandi vocali di Google Assistant e Siri a distanza.

SurfingAttack: come proteggersi

Una soluzione per evitare che il proprio smartphone subisca questo tipo di attacco è acquistare un case di legno o poggiare sempre il telefono su un tessuto, invece che direttamente sul tavolo.

I ricercatori consigliano inoltre di disabilitare l’assistente vocale sul telefono nella schermata di blocco e di bloccare il dispositivo quando non è in uso.

Chi ha un telefono Android può anche disabilitare i risultati personali della schermata di blocco, seguendo il percorso: Assistente > Dispositivi di assistenza > Telefono e disattiva i risultati personali della schermata di blocco.

SurfingAttack: i device coinvolti

I ricercatori sono stati in grado di simulare un “SurfingAttack” sui seguenti telefoni:

  • Google Pixel con Android 10;
  • Google Pixel 2 con Android 10;
  • Google Pixel 3 con Android 10;
  • Motorola Moto G5 su Android 7.0 Nougat;
  • Motorola Moto Z4 su Android 9.0 Pie;
  • Xiaomi Mi 5 su Android 8.0 Oreo;
  • Xiaomi Mi 8 su Android 9.0 Pie;
  • Xiaomi Mi 8 Lite su Android 9.0 Pie;
  • HONOR View 10 su Android 9.0 Pie;
  • iPhone 5 su iOS 10.0.03;
  • iPhone 5s su iOS 12.1.2;
  • iPhone 6 Plus su iOS 11.0;
  • iPhone X su iOS 12.4.1.
Fonte: Phone Arena

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