Distribuzione Android settembre: Oreo sale, non c'è traccia di Pie

A settembre Android Oreo è presente su più installazioni rispetto allo scorso mese, ma la sua diffusione è ancora scarsa
Distribuzione Android settembre: Oreo sale, non c'è traccia di Pie

La distribuzione Android di settembre mostra un aumento delle installazioni di Oreo, ma una presenza ancora molto debole di Pie. I device con a bordo l’ultima versione dell’OS sono ancora troppo pochi.

Oreo cresce, ma Nougat la fa ancora da padrone

In un sistema ideale, Android Oreo dovrebbe essere il sistema operativo più installato in assoluto sui device che utilizzano l’OS del robottino verde.

In realtà, dopo diverse settimane dalla prima release stabile di Android Pie 9.0, la versione 8 del sistema operativo rappresenta ancora poco più del 19% delle installazioni totali.

Ad avere la percentuale più alta è Android Nougat (7.0 e 7.1) con un totale di circa il 29%. A seguire, con poco meno del 22%, addirittura Android Marshmallow (6.0 e 6.1).

Dunque, l’estrema frammentazione dell’OS di Google si conferma ancora una volta.

Frammentazione del sistema operativo Android: le motivazioni sono tante

Non si può certo negare che la distribuzione delle varie versioni del sistema operativo Android sia disomogenea ed evidenzi grandi ritardi nella diffusione dell’ultima versione del sistema operativo.

Le motivazioni, sotto questo punto di vista, sono diverse e riguardano diversi aspetti. Da un lato c’è la questione legata agli aggiornamenti. Android arriva su migliaia di device, non solo smartphone, che non sono sotto il diretto controllo di Google. Una volta ottenuta l’approvazione da quest’ultimo, sono i produttori a curare il software dei dispositivi.

Dall’ottimizzazione del sistema operativo al rilascio degli aggiornamenti, inclusi i major update. Ed è proprio qui che spesso si perde più tempo. I produttori ritardano il rilascio delle nuove versioni di Android anche di parecchi mesi. Se poi uno smartphone è brandizzato da qualche operatore di telefonia mobile, le tempistiche si dilatano ulteriormente.

Non solo, spesso il supporto software viene abbandonato quando uno smartphone è ancora relativamente nuovo. Solitamente, dopo un paio d’anni. Dunque, capita spesso che un cliente tenga il suo terminale e lo utilizzi, nonostante il produttore abbia smesso di rilasciare major update e – molte volte – anche aggiornamenti minimi come bug fix.

L’approccio al software dei produttori di smartphone e dispositivi vari non è però l’unica motivazione che crea frammentazione all’interno delle distribuzione globale di Android. Il mondo del modding, le varie ROM non ufficiali ed i tantissimi fork dell’OS sono la seconda causa.

Infatti, capita gli utenti preferiscano utilizzare sul proprio smartphone versioni del sistema operativo alternative a quelle ufficiali. Questo implica – fra le altre cose – l’interruzione della ricezione degli aggiornamenti da parte del produttore.

Non solo, su molti dispositivi sono installati dei fork (personalizzazioni) estremi di Android. Può capitare che un autoradio per l’automobile abbia a bordo un’interfaccia personalizzata che gira sotto Android KitKat oppure versioni dell’OS anche più vecchie. Chiaramente, se questi device hanno accesso al Google Play Store, possono influire significativamente i dati rilevati da Google.

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