La UE obbliga Apple e Google ad aprirsi agli store di terze parti

Il Digital Markets Act dell'Unione Europea impone ad Apple e Google di aprire le piattaforme mobile agli store di terze parti.
La UE obbliga Apple e Google ad aprirsi agli store di terze parti

In queste ore Apple e Google tremano in quanto l’Unione Europea ha svelato nel dettaglio il Digital Markets Act (DMA) descrivendo un futuro (nemmeno così lontano) in cui i due colossi dovranno aprire le piattaforme mobile (iOS e Android) agli store di terze parti.

A seguito di una discussione fiume durata più di 8 ore tra il Parlamento e il Consiglio europeo, il capo dell’antitrust europeo Margrethe Vestager ha dichiarato che il DMA sarà in tutta probabilità operativo già a partire dal prossimo mese di ottobre e avrà come obbiettivo quello di regolamentare alcuni aspetti di pochi giganti digitali.

Apple e Google dovranno aprirsi agli store di terze parti

A distanza di soli 7 mesi, quindi, Apple e Google dovranno trovare una soluzione a quella che sembra essere a tutti gli effetti una imposizione che passerà alla storia e che con ogni probabilità stravolgerà il modo in cui utilizziamo i nostri smartphone.

Un mercato equo fa parte di ogni democrazia e i passi che abbiamo fatto ieri sera sono passi enormi in termini di protezione di ogni attività, nell’ottica che il mercato digitale sia equo e a vantaggio di ogni consumatore“, sottolinea Vestager. Entrando nel dettaglio, l’articolo 6.1 (c) del Digital Markets Act richiede che gli iPhone possano effettuare il sideload di applicazioni (inclusi app store di terze parti) e che tutte le aziende abbiano pieno accesso a sistemi di pagamento alternativi.

Inoltre, ogni utente dovrà avere garantita la possibilità di cancellare in qualunque momento ogni applicazione pre-installata sul proprio device. Ci si immagina quindi un futuro in cui acquistando un iPhone non solo sarà possibile eliminare tutte le applicazioni che Apple pre-installa, ma anche di disinstallare l’App Store in favore di un altro store digitale.

Per quanto riguarda invece la fatturazione attraverso sistemi di pagamento alternativi, una soluzione che Google ha già iniziato a sperimentare con Spotify, il DMA prevede che gli sviluppatori di app e servizi possano richiedere pagamenti da parte degli utenti senza dover passare attraverso i sistemi finora obbligatori su iOS e Android.

Cosa comporta questa novità per Apple e Google?

Apple e Google non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito, ma è chiaro che alcuni degli articoli contenuti all’interno del testo saranno aspramente criticate dalle azienda, per lo più da parte del colosso di Cupertino – Android, come ben sappiamo, ha una migliore convivenza con gli store di terze parti anche se ovviamente preme affinché gli utenti scelgano di scaricare le applicazioni solo dal Play Store.

Per l’azienda di Tim Cook, invece, l’idea che uno store alternativo venga introdotto su iOS, con assieme la possibilità di effettuare il sideload delle app, rappresenta una grave minaccia per la sicurezza e la privacy degli utenti. Per alcuni potrebbe essere effettivamente così, ma per molti altri i timori di Apple sono infondati: macOS, infatti, permette fin da sempre di scaricare e installare applicazioni da fonti esterne e sinceramente non ci sono indicazioni di gravi conseguenze da parte degli utenti – ovviamente con le dovute precauzioni.

Fonte: Parlamento Europeo

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