Utenti in pericolo su WhatsApp: ecco perché

Gli utenti sono in pericolo su WhatsApp a causa di minacce che potrebbero metterti in difficoltà con la legge per furto di carte di credito.
Utenti in pericolo su WhatsApp: ecco perché

Tutti gli utenti sono in pericolo su WhatsApp. A rivelarlo sono i continui contatti che proponendo occasioni di guadagno facili ed elevate possono cambiare la vita della vittima. La situazione è così grave che le vittime potrebbero andare incontro a problemi con la legge e quindi a conseguenze penali non indifferenti.

Facciamo però un passo indietro e partiamo da dove tutto ha inizio. L’utente riceve un messaggio sulla piattaforma di messaggistica istantanea più famosa al mondo. La proposta sembra davvero allettante. Infatti, da quanto sembra, è stato scelto per iniziare un lavoro ben retribuito e che richiede solo alcuni minuti.

La fantomatica azienda si propone di pagare per dei semplici like. Tutto inizia effettivamente così. Il mittente di WhatsApp chiede al reclutato di trasferirsi su Telegram per interagire con chi lo seguirà in questa esperienza lavorativa, sperimentando così questa attività e iniziando a ricevere effettivamente il denaro.

Dopo una breve fase iniziale, all’utente viene chiesto di registrarsi su una pseudo piattaforma exchange crypto. Una volta effettuato l’accesso gli viene chiesto di effettuare un bonifico con l’acquisto di una piccola somma che verrà restituita maggiorata del 40% circa. Nonostante questo richieda una certa fiducia, l’utente contattato inizialmente su WhatsApp, riceve effettivamente il denaro promesso.

Perché quella su WhatsApp non è solo una truffa

Ciò che parte da WhatsApp non è solo una truffa per rubare denaro alle vittime. Il motivo è subito spiegato. Dietro questi reclutatori ci sono vere e proprie organizzazioni criminali che si sono create un meccanismo capace di pulire soldi sporchi. In pratica, questi criminali acquistano pacchetti di carte di credito clonate sul dark web.

Ovviamente non possono utilizzarle direttamente per acquisti o prelievi, altrimenti sarebbero velocemente intercettati in caso di denuncia del proprietario quando si accorge della clonazione. E qui entra in gioco la truffa diffusa su WhatsApp. Infatti, è il nuovo dipendente a diventare lo strumento per pulire questo denaro sporco.

Nello specifico, i bonifici che queste pseudo aziende fanno agli utenti reclutati hanno sempre intestatari differenti proprio perché provengono da queste carte di pagamento. La vittima diventa così il destinatario di questo denaro con le dovute conseguenze del caso.

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