Arriva il cellulare ad energia solare

Il Fraunhofer Institute, di Friburgo
in Germania, ha presentato i primi prototipi di terminali mobili ad energia
solare. I prodotti potrebbero entrare in commercio entro i prossimi tre anni.
L’obiettivo del Fraunhofer Institute è quello di produrre batterie solare
di dimensioni molto ridotte, in modo tale da consentire un utilizzo continuativo
di ogni dispositivo mobile, al contrario di ciò che avviene adesso, visto che
proprio le batterie sono l’anello debole del settore.

Alla conferenza Intersolar, tenuta
a Friburgo, è avvenuta la presentazione dei primi due prototipi ad energia solare.
Si tratta di un PDA Casio e di un telefonino Siemens. Il modulo solare di ricarica
è posto sulla parte superiore del cover dove sono riposte le batterie ricaricabili.
Secondo gli scienziati del Fraunhofer, un terminale così prodotto costerà circa
100 dollari in più di uno normale.

L’efficienza di queste nuove celle
solari è molto alta. Anche un leggero riverbero carica il dispositivo, così
come la luce di una lampada. Il prossimo obiettivo è produrre una cella solare
per un palmare con schermo a colori, notoriamente dalle esose richieste in termini
di energia. Sebbene, spesso, l’Istituto lavori a stretto contatto con diverse
aziende, la tecnologia appena descritta è ancora di sua proprietà, si sta cercando
ora un produttore che possa lanciarla commercialmente sul mercato. Secondo gli
scienziati del Fraunhofer, deve essere messa a punto la parte meccanica, per
il resto si potrebbe immettere sul mercato la tecnologia entro un anno.

Al progetto sono interessate sia
aziende produttrici di terminali, sia aziende che producono accessori. Al Fraunhofer,
però, hanno sviluppato anche un altro tipo di batterie, che funzionano grazie
ad una minicarica di idrogeno. Le batterie ad idrogeno durano fino a 10 volte
in più rispetto a quelle attuali. Il costo non è un problema, visto che l’idrogeno
costa molto meno degli altri tipi di componenti attualmente utilizzati per le
batterie, come Ni-MH o Litio. Non è nemmeno più un problema la condensa, che
si formava a causa dell’evaporazione dell’idrogeno, mentre veniva utilizzato
dal dispositivo, che poteva anche causare umidità, visto che al Fraunhofer hanno
messo a punto un meccanismo che trasforma la condensa in aria. Il vero problema
è ricaricare le batterie ad idrogeno scariche. Ricaricare idrogeno non è certo
semplice come fare benzina. Questo, secondo gli scienziati del Fraunhofer è
l’ostacolo principale all’avvento di massa delle batterie ad idrogeno.

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