Sony Ericsson P800

1000mAh
La retroprova di Agosto ha per protagonista un ''must'': il Sony Ericsson P800. Non serve altro...

Intorno al P800 di Sony Ericsson sono nate amicizie, leggende, e si sono materializzati affari vorticosi. Nelle retroprove cerchiamo sempre di uscire dai soliti schemi delle recensioni canoniche, perché ci piace dare una caratterizzazione di tempo in più rispetto a quello che un modello, in questo caso di Sony Ericsson, rappresentò. P800 mobilitò gli appassionati. Difficilmente, nella storia della telefonia mobile, si trovano device in grado di segnare un epoca o in generale di far segnare un passo in avanti così ampio rispetto al passato. P800 ci riuscì: quanto lo aspettammo, quanto lo provammo, quanto lo pagammo (!!!) e poi quanto aspettammo (di nuovo) la release software aggiornata. I più affezionati si ricorderanno di una community nata e dedicata quasi esclusivamente (almeno all’inizio) a questo modello. Chi vi scrive, all’epoca, aveva 21 anni, e già allora si poteva finalmente toccare con mano la grande potenzialità del mondo della telefonia mobile, finalmente diventata atto. Un atto coraggioso, che allargava gli orizzonti di utilizzo, anticipando di sette anni gli sforzi dei competitor, oggi a caccia di miglioramenti sensibili e forse impossibili della user experience. Il nostro co-tester, Andrea Galeazzi, che si occupa delle videoprove, vi ha già raccontato l’aneddoto che riguarda lui e P800. Mollò la discussione della tesi quasi a metà, non sentendo nemmeno il proprio voto. Se pensate a quello che significa concludere un percorso universitario, capite che ci è voluta un po’ di pazzia, tanta passione. Ma significa anche che, sì, P800 era davvero rivoluzionario. Adesso mettetevi comodi, perché vi racconterò come sono entrato io in contatto con questo device eccezionale. Storia controversa, un altro esempio di pazzia. 

La commercializzazione di P800 non ebbe una gestazione facile, se
ricordate. Agli appostamenti davanti ai centri TIM, però, non avevo mai
pensato. Almeno fino a quando non mi ci ritrovai davanti, in Via Santa
Maria Segreta, due passi da Cordusio, a Milano. Era il dicembre del
2002, in tasca c’erano già gli euro, da poco meno di un anno. E per
l’occasione, quanti euro c’erano nella mia, di tasca, per comprare il
P800. Allora, sette anni fa, era più tangibile di oggi il fatto che un
telefono sarebbe stato pagato, da lì a poco, 799 euro. Quella cifra
faceva più clamore allora di oggi, perché le lire erano più vicine, e
799 euro erano praticamente 1.600.000, di lire, uno stipendio.
Tralasciando le considerazioni morali che potrebbero venire in mente a
tutti, e anche a me, oggi, ne vengono parecchie in mente, si trattava
di un acquisto non da poco. E anche l’attesa, non fu da poco. Prima
ottobre, poi novembre, poi finalmente dicembre. Guerra in tutta la
città, prenotazioni dietro pagamento non rimborsabile, prenotazioni in
tre centri TIM contemporaneamente, i corrieri espresso tenuti d’occhio
come agenti segreti di un film di spie in bianco e nero. Su Milano il
solito freddo di dicembre, e poi le luci di Natale, la pioggia, un velo
di nebbia che insolitamente si era insinuata fino alle vie del centro
dalla periferia. Quel giorno, mi dissero, sarebbe potuto arrivare P800.
Non curante delle due linee di febbre, indossai cappotto, sciarpa,
guanti, salii su un tram della linea 14 (non c’erano i jumbo tram,
c’erano i tram normali, quelli arancioni con un freddo dell’anima) e mi
lanciai in centro. Lì conobbi un certo Zazza, uno che non passa
inosservato e che forse, alcuni di voi ricordano e hanno conosciuto
(tranquilli, è ancora vivo e sta bene). Compaio da lontano, prendendo
Cordusio, lui si sbraccia, lo riconosco, mi presento e mi avvicino. Il
freddo aumenta, stiamo un pomeriggio intero davanti a Santa Maria
Segreta, davanti a questo centro Tim scrutando ogni Bartolini, ogni
SDA, ogni UPS e DHL e chi ne ha da aggiungere, ne aggiunga. Dalle due
alle sette, con un tuffo nel cuore perché alla fine, quel giorno,
sembrò non arrivare. Sconsolato, tornai a casa, misi un piede dentro la
porta, con un po’ di sconforto e le linee di febbre che da due erano
diventate almeno otto sopra i 37 gradi. Amen – mi dissi – arriverà
domani. E invece no. Una telefonata mi avvertii che intanto, P800 era
arrivato. Indossai – e due – cappotto, sciarpa, guanti, salii – e due –
su un tram della linea 14 (praticamente salutando il conducente, ma
solo con la mano, perché al conducente di un tram mica gli puoi
parlare, è proibito) e via di nuovo verso Santa Maria Segreta. Erano
tutti certi che dovesse arrivare solo lì a Milano, e infatti Zazza,
meno pirla del sottoscritto, se lo trovò tra le mani a Lodi, dove
viveva. Viaggio risparmiato, per lui, studio già in atto del modello,
godimento all’ennesima potenza. Io lo sentivo godere, io gli stavo
parlando ancora con uno StarTac 130 Motorola. Qualcosa non andava. Con
un certo affanno, allora ero più pesante di oggi, entrai in Santa Maria
Segreta, agguantai P800, tolsi dalla saccoccia gli euro 799, me ne
tornai a casa. Ma qualcosa non andava. Cercavo di distrarmi per
rifiutarmi di comprendere cosa fosse storto. Poi, arrivato a casa, me
lo dovetti dire: la febbre era salita a 39. Il termometro, arbitro
severo ma imparziale, confermò. Fa niente – mi dissi – adesso mi metto
qua al caldo, mi studio il mio P800, e domani mi sveglierò tranquillo e
placido. Ancora con la febbre, ma con il mio P800. Il problema è che, a
21 anni, non ero certo un mostro di tranquillità e pazienza. Oggi
nemmeno, ma ho più autocontrollo (ma va!). Fu così che: aprii la
scatola del P800, la guardai, estrassi tutti i pezzi, lo montai, lo
accesi, lo misi sotto carica, cercai di giocarci un po’, non ci capii
niente. Diedi colpa alla febbre, ma non riuscivo: a usare il pennino, a
scrivere sul touchscreen, a sincronizzare tutto con il computer. Uno
schifo, e intanto mi dannavo, continuavo a provare, continuavo a non
riuscire, e la febbre se ne stava lì a ridere. E l’aspirina non faceva
niente, e lo Zerinol nemmeno. Picco di pazzia: Questo non è un telefono
che fa per me – mi sussurrai – quasi quasi lo vendo. E così feci!
Esatto, acquistato da un’ora, e subito in vendita sui mercatini.
Inutile dire che il mio annuncio stette online per minuti cinque, fino
a quando un esaltato, sfidando la prima neve che iniziava a imbiancare
le strade, corse in moto fino a casa mia, mi mise in mano euro 799
(anzi, 800, mi lasciò il resto), e se ne andò bello contento. Esatto,
la mia fu pazzia, ma non ho mai rimpianto quella decisione. Per le
recensioni, utilizzai P800 in tante altre occasioni. A volte mi dico
che fu in realtà ragione e non pazzia, che avevo capito quanto fosse
folle, allora e a quell’età, una spesa così alta. Balle, la verità è
che la pazzia fu buttare via due giorni per stare dietro a un telefono
e alla sua commercializzazione. Però quanto ci divertimmo. E alcune
persone che conobbi allora diventarono amiche, e lo sono ancora.
Proprio come Andrea: fu uno di quelli con cui strinsi un rapporto
forte, di amicizia appunto. E allora, anche per questo P800 ci è tanto
caro. Anche per questo, riteniamo sia sbagliatissimo dare la colpa ai
cellulari, se i giovani d’oggi parlino una lingua tutta loro, se i
cellulari ad alcuni sembrino inutili. Per noi non lo sono mai stati. Anche grazie al
P800 di Sony Ericsson.

E ora, per chiudere questa strana retroprova, qualche foto del gioiello…

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

Sony Ericsson P800
Sony Ericsson P800

8.5
voto della redazione come assegnamo i voti
Prestazioni
Imaging
Autonomia
Esperienza

Statistiche

Memoria RAM

0 GB
Sony Ericsson P800
8 GB
Media di mercato

Archiviazione

0 GB
Sony Ericsson P800
182 GB
Media di mercato

Batteria

1000 mAh
Sony Ericsson P800
4654 mAh
Media di mercato

Scheda tecnica

Caratteristiche principali

Nome prodotto
RAM
Storage
Prezzo Base
Capacità della batteria (mAh) 1000
Risoluzione in Mpx
Diagonale Schermo
Jack audio
Pieghevole
SoC
Reti supportate
Tipo di pannello dello schermo
Sistema operativo Symbian
Versione SO 7.0

Caratteristiche fotocamera

Numero sensori
Apertura focale
Flash
Frame rate
Grandangolo
Massima risoluzione video
Messa a fuoco
Raw
Stabilizzatore
Tipo di zoom
Zoom, numero ingrandimenti
Numero sensori
Apertura focale
Massima risoluzione video

Altre caratteristiche

Ricarica wireless
Ricarica rapida
Resistente all'acqua
Infrarossi
NFC
Tipo di USB
Tipo di WIFI
Dual Sim
Altezza in mm 117.000
Larghezza in mm 59.000
Peso in grammi 158.000
Spessore in mm 27.000
Scheda memoria esterna ( max supportata)
GPU
PPI -> risoluzione schermo e presenta i naming FHD 4K etc
Protezione schermo
Refresh schermo
Biometria

Caratteristiche minori

GPS
supporto eSim
Audio stereo
Luminosità
Rapporto di aspetto
Accelerometro
Bussola
Giroscopio
Interfaccia utente UIQ 2.0

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