
Con una settimana di anticipo rispetto all’annuncio ufficiale di oggi, abbiamo avuto modo di dare uno sguardo in anteprima alla nuova gamma Xiaomi 15T e di metterne alla prova le potenzialità, soprattutto per quanto riguarda il comparto fotografico del modello Pro, potenziato dalla tecnologia messa a punto in collaborazione con Leica. Nell’occasione, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Carlo Cannarella, Product Marketing Manager del brand per l’Italia. Questa è la nostra intervista.
Xiaomi 15T in campo per le Nitto ATP Finals
La cornice dell’evento non è stata scelta a caso: il Tennis Club Milano Alberto Bonacossa di Milano. La ragione? Xiaomi è Official Supplier del torneo Nitto ATP Finals che andrà in scena a novembre a Torino.

Il primo contatto con Xiaomi 15T al Tennis Club Alberto Bonacossa di Milano
Abbiamo anche avuto modo di osservare da vicino il trofeo (sì, quello ufficiale) che sarà assegnato nella finalissima, vinta lo scorso anno da Jannik Sinner.

Il trofeo delle Nitto ATP Finals esposto all’evento Xiaomi
L’intervista a Carlo Cannarella di Xiaomi Italia
Torniamo però alla nostra intervista a Cannarella e a concentrarsi sulla gamma 15T appena annunciata.
Avendo seguito le evoluzioni della serie T nel tempo, la mia impressione è che si stia un po’ assottigliano il gap con la linea premium o flagship. È un’impressione sbagliata?
Secondo me non lo è perché, dal punto di vista fotografico, rispetto al passato dove comunque il gap con la linea flagship era piccolo, avendo quasi un sensore da un pollice sulla serie T, sul teleobiettivo la differenza si sentiva. Prima non c’era un vero e proprio teleobiettivo, adesso addirittura c’è un’ottica periscopica con la stessa struttura utilizzata sul 15 Ultra, un sensore che è il JN5 di Samsung, quindi per dimensioni è quello utilizzato sul 13 Ultra. È qualcosa che prima non apparteneva alla serie T e ora colma veramente quel gap.
Mi riferivo più che altro alle specifiche nel loro complesso. Però, effettivamente il comparto fotografico è quello in cui risulta più evidente.
Sì, anche pensando alla al comparto video, dove prima era quasi tutto una prerogativa della lente principale, adesso hai HDR10+ su tutte le lenti, il log 60 fps. Anche da questo punto di vista si ha un comparto più omogeneo tra le lenti, in termini di qualità, oltre che più completo rispetto al passato.
Dal punto di vista della collaborazione con Leica, che prosegue ormai da qualche anno, la novità principale è quella del teleobiettivo. C’è però ancora anche qualche miglioramento del punto di vista degli algoritmi. Inoltre, ricordo che in passato avete parlato anche di una collaborazione con Adobe.
Con Adobe continua perché, ogni volta che importi una foto in RAW su Lightroom, riconosce il profilo lenti dello smartphone e quindi fa già la correzione profilo in fase di import. Poi c’è tutta la parte di color di Leica con i profili Vivid e Authentic che sono i suoi due main color. In più c’è tutta la parte che forniamo noi, in termini di intelligenza artificiale. Ad esempio, con il tele, dal 20x in poi interviene per ricreare l’immagine con miglioramenti nel contrasto e nei dettagli con l’AI. Inoltre, c’è quell’algoritmo che lavora in background: noi non lo vediamo, ma gestisce il bilanciamento del bianco oppure il rumore. Quando si scatta, fa una riduzione in post produzione che tu non vedi, ma nel JPEG c’è già e se ne occupa l’intelligenza artificiale, leggendo lo scenario: sceglie i parametri di scatto e poi ti corregge in post produzione.

Il comparto fotografico progettato in collaborazione con Leica
Questo, immagino, senza togliere la libertà in post produzione che si può avere mettendo mano al file grezzo.
Esatto. L’intelligenza artificiale interviene nel momento in cui non scattiamo in automatico, ma se sei un fotografo puoi chiaramente scattare in RAW oppure registrare il log facendo video. Tra l’altro, con la possibilità di caricare le LUT, mentre registri sai già più o meno quello che stai facendo, se stai andando nella giusta direzione. È un 10 bit, c’è dinamica a sufficienza.
Un’altra novità interessante è quella dell’Offline Communication, che però mi sembra di capire non sia uno standard. È una tecnologia che avete sviluppato voi internamente ed è compatibile solo con altri vostri telefoni?
Attualmente è compatibile con 15T e 15T Pro, perché è una prerogativa del chipset Surge T1S che è stato appena lanciato. Ti permette di comunicare anche in assenza di rete dati e rete Wi-Fi, fino a 1,9 chilometri di distanza. Sarà compatibile in futuro con le prossime generazioni che avranno chipset dal T1S in poi, quindi potranno dialogare.
Nella tua visione, è possibile che un giorno una tecnologia che è effettivamente molto utile come questa possa diventare uno standard?
È una speranza, sicuramente. Si inizia con un primo passo.
In merito ad HyperOS, che da tempo è diventato qualcosa di più di una personalizzazione di Android, mi dici qualcosa sulla nuova versione 3?
In termini di estetica, è in continuazione con la 2. Cambiano le icone, cambiano le animazioni e gli widget, ma non stravolge nulla. Ed è un bene, perché quello di HyperOS è un tratto distintivo. Cambia però nelle funzioni. L’intelligenza artificiale è molto più presente. C’era già tutto il tool di traduzioni e trascrizioni, ma adesso GPT-4o mini interviene dandoti effettivamente un supporto maggiore, perché legge anche le immagini e contenuti che non siano soltanto di testo. Inoltre, Deep Think è molto interessante perché ti permette di sapere cosa ha cercato e quale ragionamento ha seguito, così che tu possa interpretare la risposta nel modo corretto.

Il nuovo smartphone Xiaomi 15T Pro
L’ultima domanda riguarda il fatto che Xiaomi non è più solamente un produttore di smartphone. Attraverso i suoi brand è conosciuto principalmente per quello, ma fanno parte di un ecosistema più ampio. Come si posizionano i nuovi telefoni in questa visione? E, pensate abbiano caratteristiche che possano tornare utili anche al di fuori del telefono stesso, ad esempio per la produttività, come quelle legate al multitasking?
È tutto legato a HyperOS. HyperConnect, alla fine, si estende ad altri dispositivi che non sono i 15T. E, la cosa bella, è che non dialoga soltanto con Xiaomi, ma interagisce anche con altri ecosistemi. Quindi, se hai un Mac, puoi avere il mirroring del display, puoi aprire le app, puoi passare i dati, senza dover più collegare un cavo o scaricare un’app dedicata. Questo vale per macOS, per iPadOS e per iOS.