Si è scoperto che sono gli alunni a hackerare i dispositivi a scuola

Una scoperta sensazionale ha lasciato tutti a senza parola: sono proprio gli alunni a hackerare i dispositivi a scuola.

Una rivelazione sconcertante, che sta lasciando tutti senza parole, è stata pubblicata dall’Information Commissioner’s Office (ico.) del Regno Unito. In sintesi, si è scoperto che sono gli stessi alunni a hackerare i dispositivi a scuola: “I bambini stanno hackerando i sistemi informatici delle loro scuole e questo potrebbe trasformarli in un bersaglio per i crimini informatici“.

Facciamo un po’ di chiarezza su questa affermazione. Non è che gli studenti delle scuole sono dei piccoli cybercriminali che si insinuano all’interno di computer e tablet scolastici per rubare dati e informazioni da vendere sul Dark Web. Tuttavia, curiosità e spavalderia possono renderli pericolosi e un bersaglio per crimini informatici.

Abbiamo analizzato 215 segnalazioni di violazioni di dati personali causate da attacchi interni provenienti dal settore dell’istruzione tra gennaio 2022 e agosto 2024. Il 57% degli incidenti è stato causato dagli studenti e il 30% degli incidenti è stato causato dal furto delle credenziali di accesso e nel 97% dei casi gli studenti sono stati responsabili“, spiega il rapporto.

Sono gli alunni a hackerare i dispositivi a scuola, più o meno consapevolmente. “L’allarme arriva dopo che la National Crime Agency (NCA) ha segnalato che un bambino su cinque, di età compresa tra 10 e 16 anni, è stato trovato coinvolto in attività illegali online“, si legge nel comunicato stampa.

Gli alunni scoperti a hackerare sono la minaccia interna nella scuola

Sempre più alunni vengono scoperti a hackerare i dispositivi a scuola. Heather Toomey, specialista principale in sicurezza informatica, ha affermato: “Sebbene gli ambienti scolastici siano oggetto di un gran numero di attacchi informatici, vi sono sempre più prove che la ‘minaccia interna‘ è poco compresa, in gran parte non risolta e può comportare rischi futuri di danni e criminalità“.

Secondo Toomey tutto inizia come una sfida: “Un po’ di divertimento in un contesto scolastico può alla fine portare i bambini a partecipare ad attacchi dannosi contro organizzazioni o infrastrutture critiche. È importante comprendere gli interessi e le motivazioni della prossima generazione nel mondo online per garantire che i bambini rimangano dalla parte giusta della legge“.

Fonte: Information Commissioner's Office

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