
I social media nascono con l’idea di offrire a chiunque la possibilità di mostrarsi al mondo virtuale in totale autonomia, condividendo ogni giorno contenuti in linea con la propria personalità. Col tempo, queste piattaforme si sono trasformate in veri e propri diari personali, spazi dove raccontarsi, esprimersi e, per alcuni, anche costruire una carriera.
Tuttavia, nel tempo lo scopo che spinge gli utenti a mostrarsi sui social è profondamente cambiato e, con esso, anche il tipo di contenuti che popolano il web: dai brand che promuovono servizi e prodotti, alle persone che fanno della propria storia uno strumento di lavoro, portando così a un’enorme varietà di post.
Tra questi post, si sono recentemente inseriti quelli generati dall’intelligenza artificiale, come immagini, testi e video prodotti con strumenti AI ormai alla portata di tutti. Sebbene questi nuovi strumenti abbiano aperto innumerevoli opportunità creative, hanno al contempo sollevato nuove problematiche nell’ambito del web.
Il principale problema emerge quando tali contenuti non vengono esplicitamente identificati come creati dall’intelligenza artificiale, dando luogo a profili o post che si basano su elementi che non hanno una corrispondenza nel mondo reale. Ciò comporta il rischio di generare confusione, o addirittura disinformazione. Ecco alcuni suggerimenti su come riconoscere un post AI.
Intelligenza artificiale: rendere possibile ogni pensiero
Gli strumenti di intelligenza artificiale oggi sono accessibili a tutti e, con una facilità sorprendente, permettono di trasformare qualsiasi idea in immagini visivamente perfette con un semplice prompt. Le immagini generate dall’intelligenza artificiale, molto spesso, riescono a confondere anche l’occhio più esperto.
Inoltre, nel tempo, con il continuo avanzamento di questi strumenti, la qualità visiva è ormai talmente elevata da non presentare nell’immediato difetti evidenti che possano far capire subito che si tratta di una generazione artificiale.
Questa capacità rappresenta senza dubbio un vantaggio per chi utilizza l’AI in modo etico, ad esempio per migliorare il proprio profilo social, creare una didascalia migliore o un immagine divertente e unica.
Non è un caso, infatti, che oggi molti di questi strumenti o funzionalità basate sull’intelligenza artificiale siano già integrati direttamente nei social network o nelle app di uso quotidiano, rendendone l’utilizzo ancora più semplice e immediato.
Il problema, però, non sta nell’usare l’intelligenza artificiale, ma nel farlo con l’intento di ingannare. Alcune piattaforme social, oggi permettono di etichettare i contenuti generati con strumenti AI, proprio per aiutare gli utenti a capire che ciò che stanno guardando è un invenzione.
Un sistema utile, ma non sempre adottato, poiché spesso si omette di segnalare l’origine artificiale dei contenuti, proprio con l’intento di confondere o ingannare la community.
Non si tratta solo di immagini, i contenuti generati con l’intelligenza artificiale possono includere testi, video, brani musicali, dialoghi, in breve, qualsiasi tipo di contenuto condivisibile può essere ricreato artificialmente.
Il vero problema nasce quando questi post trattano argomenti sensibili o notizie di attualità dove il rischio di disinformazione è concreto e si corre facilmente il pericolo di credere a fake news o di imbattersi in profili completamente costruiti, privi di qualsiasi fondamento reale. Osservare i dettagli, confrontare le fonti, analizzare il contesto può aiutare a capire se ci si trova davanti a un post autentico o generato artificialmente.
Social e intelligenza artificiale
Riconoscere un post generato dall’intelligenza artificiale richiede attenzione e un approccio critico nei confronti di tutto ciò che appare su internet e sui social, sia che si tratti di testo che di altri tipi di contenuto. Nello specifico, è essenziale valutare con cura ogni elemento per comprendere appieno se si tratta di un contenuto autentico o di una creazione artificiale.
Il metodo più diretto per verificare se un contenuto è stato generato con l’intelligenza artificiale consiste nell’utilizzare app o strumenti online specificamente progettati per la rilevazione dei contenuti AI. Questi strumenti consentono di analizzare immagini o testi, semplicemente caricando il contenuto e ottenendo un risultato che indica la sua origine. Tuttavia, non sono infallibili, possono infatti commettere errori, sia nel rilevare contenuti artificiali, sia nel classificare erroneamente contenuti generati dall’uomo come generati artificialmente.
Molti rilevatori faticano a identificare contenuti modificati o generati in modo parziale. Ecco perché allenarsi anche all’analisi autonoma dei contenuti, sfruttando l’osservazione dei dettagli per capire, a colpo d’occhio, se si tratta di un post creato dall’intelligenza può essere fondamentale. Ad esempio: sfocature strane, errori nei dettagli delle mani o nei volti, oggetti tenuti in modo innaturale, oppure proporzioni sbagliate tra oggetti e persone.
Un altro elemento chiave è il cosiddetto “iperrealismo”, in cui ci si trova di fronte a immagini talmente perfette da sembrare quasi finte, proprio perché tali. Un’eccessiva pulizia grafica, colori troppo saturi o luci eccessivamente equilibrate possono essere segnali evidenti di una generazione artificiale. Inoltre, in alcuni casi, le immagini risultano più simili a grafiche da videogioco che a fotografie reali.
In sostanza, nonostante i miglioramenti, i contenuti creati con intelligenza artificiale presentano ancora difetti. Ad esempio, in video o foto è facile imbattersi in errori come oggetti troppo grandi o troppo piccoli, proporzioni sbagliate o gesti innaturali. Anche tasche, mani o pose possono risultare strane o innaturali.
La ricerca inversa: alla scoperta dei contenuti AI
Per andare ancora più in profondità, può essere utile usare strumenti di ricerca inversa per le immagini. Basta caricare l’immagine su Google o altri strumenti simili per capire se è stata già pubblicata altrove, magari con una descrizione diversa o in un contesto completamente differente. Questo permette di scoprire se si tratta di una foto riciclata o di una creazione diffusa per più scopi.
Inoltre, salvando l’immagine, in alcuni casi, si possono trovare tracce della sua origine, come il nome del programma usato per crearla. Alcuni file, ad esempio, riportano nei titoli parole chiave legate all’AI. Non è sempre possibile accedere a queste informazioni, ma quando lo è, può essere un ottimo aiuto.
Post sui social: quando a creare il testo è ChatGPT
Quando si parla di post sui social, non ci si riferisce solo a immagini o video, anche il testo può essere generato dall’intelligenza artificiale, creando contenuti accattivanti, originali e pensati per attirare l’attenzione degli utenti. L’utilizzo dell’AI in questo contesto può essere estremamente utile, ma il problema nasce quando questi contenuti vengono creati con l’intento di ingannare, manipolare o diffondere disinformazione.
Gli strumenti di intelligenza artificiale, come ChatGPT, spesso generano testi che possono risultare piatti, ripetitivi o eccessivamente generici. Le frasi talvolta sembrano “fuori contesto” o troppo impersonali, privi di quella personalità che un essere umano può infondere in un post. Questo è particolarmente evidente in piattaforme come Facebook, dove i contenuti testuali sono messi maggiormente in risalto rispetto ad altri social. Per proteggersi da queste manipolazioni, è necessario analizzare i contenuti in modo scrupoloso, soprattutto quando il testo sembra troppo generico o distaccato.
Nello specifico, un campanello d’allarme è la mancanza di personalità. I testi generati dall’intelligenza artificiale e poi utilizzati per un post tendono ad avere un tono meccanico, poco naturale. Se un post sui social appare “robotico”, è un segno evidente che potrebbe essere stato creato da uno strumento AI.
Strumenti per verificare un contenuto AI
Un altro metodo per verificare se un post è stato creato utilizzando l’intelligenza artificiale consiste nel chiedere a uno strumento in grado di generare testo di fornire una didascalia per l’argomento o per la foto appena vista.
Se la didascalia ottenuta risulta simile a quella del post sospetto, è probabile che il contenuto sia stato generato tramite intelligenza artificiale. Successivamente, è possibile interagire direttamente sotto il post, ponendo una domanda e osservando la qualità delle risposte. Se anche queste risposte sono generate dall’AI, potrebbero apparire impersonali, rigide e, in alcuni casi, incoerenti con la realtà.
Post AI: la verifica attraverso i commenti e il contesto
Infine, una strategia utile per verificare l’autenticità di un post è informarsi sul contenuto stesso. Leggere i commenti sotto il post, cercare il tema nel web o vedere se altri utenti hanno sollevato dubbi sulla veridicità può essere molto utile.
Questo è particolarmente importante quando si ha a che fare con contenuti sensibili o notizie. I post generati con l’intelligenza artificiale possono essere usati per diffondere fake news, quindi è cruciale fare un’analisi accurata di ciò che si trova sui social prima di crederci. In tutto ciò, è importante ricordare che gli strumenti di intelligenza artificiale offrono supporto per migliorare e arricchire i contenuti, rendendo un profilo più interessante e visibile. Tuttavia, non tutti utilizzano l’intelligenza artificiale in modo corretto. Per questo è fondamentale sapere come analizzare un post e distinguere un contenuto autentico da uno creato con l’AI, al fine di evitare inganni, truffe o, semplicemente, di contribuire alla diffusione di informazioni false.