
È recente la notizia di una possibile violazione nella Casa Bianca che ha messo in pericolo la sicurezza informatica di uno dei luoghi più blindati al mondo. Nello specifico, l’indagine interna in corso avrebbe scoperto che l’attacco coinvolgerebbe il dispositivo mobile del capo dello staff.
Un evento che, se confermato ampiamente, dimostrerebbe come anche un sistema così potente può avere le sue falle in quanto a cybersecurity. Di conseguenza, emerge la necessità di rafforzare la sicurezza per i device mobili del personale che lavora alla Casa Bianca. Una notizia che non fa molta notizia.
Infatti, come si legge nel rapporto di Check Point Research, azienda leader nella sicurezza informatica, la Casa Bianca non è la prima e nemmeno l’unica organizzazione governativa vittima di attacchi informatici. “Nel primo trimestre del 2025 le organizzazioni governative hanno subito in media 2.678 attacchi informatici a settimana, con un aumento del 51% rispetto all’anno precedente“.
Inoltre, secondo gli esperti che hanno condotto questa ricerca, “gli attacchi mobili al settore governativo/militare sono stati superiori a quelli di tutti gli altri settori“. Ciò sottolinea nuovamente come la sicurezza informatica sia un tema caldo in tutti i settori, dall’utente singolo, all’azienda e al settore governativo/militare, come la Casa Bianca.
Casa Bianca: sotto attacco la sicurezza informatica dei device mobili
La notizia che nella Casa Bianca la sicurezza informatica dei dispositivi mobili sia in pericolo sta facendo il giro del mondo. Inoltre, ha aperto a ulteriori discussioni sulle effettive azioni necessarie per proteggere tutte le informazioni che potrebbero essere compromesse a causa di una distrazione o di un’inadempienza.
Glen Deskin, Head of Engineering e CTO di Check Point, ha spiegato: “La sicurezza per i dispositivi mobile richiede oggi un approccio Zero Trust: nessun dispositivo è affidabile per impostazione predefinita e l’accesso deve essere basato sull’identità, sullo stato del dispositivo e sul contesto. Strumenti come la difesa dalle minacce mobili (MTD) e il rilevamento delle anomalie basato sull’intelligenza artificiale possono individuare i comportamenti malevoli prima che i dati vengano esfiltrati, ma sono troppo pochi a utilizzarli. Questa violazione evidenzia l’urgente necessità di una protezione proattiva per i dispositivi mobili: non possiamo affidarci allo stesso schema di gioco che utilizziamo per desktop e server. Stiamo assistendo alla convergenza di spionaggio geopolitico e vulnerabilità dei dispositivi mobili: non si tratta più solo di un problema tecnologico, ma di un problema di sicurezza nazionale“.