In tutto il mondo gli esperti di sicurezza informatica stanno avvertendo che online ci sono più dati su di te di quanto immagini. Malwarebytes Labs, ad esempio, ha spiegato che diverse aziende conoscono personalmente gli utenti anche nelle loro abitudini più intime come la quantità di alcol che bevono o se sono in sovrappeso.
“L’azienda Acxiom, ad esempio, ha probabilmente determinato se sei un forte bevitore, se sei sovrappeso o se fumi (o tutte e tre le cose). La stessa azienda ha anche probabilmente stimato, con la massima precisione, la cifra che spendi ogni anno per mangiare fuori, fare donazioni in beneficenza e viaggiare in patria“, hanno commentato i ricercatori.
Ciò che fa specie è che noi non ci preoccupiamo veramente di questo quando pensiamo ai nostri dati online e alla nostra privacy. In realtà, molte aziende ci conoscono più dei nostri famigliari e sanno bene cosa proporci, ad esempio, come banner pubblicitario in base a una serie di informazioni specifiche che noi stessi ignoriamo inconsciamente, ma che sono determinanti nel nostro agire.
“Questi non sono i dati a cui la maggior parte delle persone pensa quando si occupa della propria privacy online. Sì, nomi, indirizzi, numeri di telefono ed età sono tutti dati importanti e potenzialmente sensibili, e sì, esiste un universo di post, foto, video e commenti sui social media che probabilmente sono a discrezione delle principali piattaforme, che li raccolgono, li confezionano e li vendono per scopi pubblicitari mirati“, spiegano da Malwarebytes Labs.
I dati di noi stessi non c’entrano con ciò che facciamo online
Ciò che è sconvolgente riguarda la natura e l’origine dei nostri dati online. “Gran parte dei dati che lasciamo online non hanno nulla a che fare con ciò che scriviamo, pubblichiamo, condividiamo o diciamo volontariamente“, dicono gli esperti. “Sono invece dati raccolti dalle interazioni online e offline, come gli articoli che aggiungiamo al carrello di una pagina web, gli articoli che leggiamo, le ricerche che effettuiamo e gli oggetti che acquistiamo in un negozio fisico“.
Secondo quanto specificato dai ricercatori, si tratta di dati online di cui è difficile liberarsi. Quindi non possono essere cancellati. Dobbiamo farcene una ragione. I vantaggi del mondo connesso possono nascondere alcuni svantaggi. Ma le comodità valgono di più della nostra privacy?