Le contraddizioni del 3G

Continuare sulla strada dei servizi
3G oppure abbandonarli definitivamente? Questa domanda è riecheggiata nei corridoi
delle sedi dei maggiori e dei minori operatori mobili europei. La situazione
economica del settore non è delle migliori, aggravata soprattutto dalle alte
spese che proprio il lancio dei servizi 3G ha comportato finora e comporterà
in futuro.

Alcune aziende hanno decisamente
voltato pagina e deciso, senza rimpianti, che è meglio dedicarsi al 3G in patria,
abbandonando i consorzi costruiti ad hoc in giro per l’Europa per costruire
una rete 3G paneuropea. La scelta di Sonera e Telefonica è stata proprio questa,
congelare le attività all’estero per concentrarsi solo sul mercato interno.
Gli oltre 8 miliardi di Euro fin qui investiti fuori da Finlandia e Spagna resteranno
molto probabilmente gli ultimi soldi spesi per servizi 3G non nazionali per
i due operatori.

Se questa decisione può sembrare
azzardata, non ci si deve dimenticare che il futuro non promette nulla di buono
e che per gli operatori più piccoli o per quelli impegnati in troppi mercati
potrebbe portare alla bancarotta. Ovviamente non tutti i gestori propendono
per una visuale tanto negativa, anche se, dati alla mano, pare proprio che il
3G stenterà a decollare nei primi anni e ci vorrà veramente molto tempo affinché
possa dire la sua nel settore della comunicazione mobile.

Il problema saranno anche i costi
molto alti dei terminali 3G. Una ricerca di Datamonitor
prevede che gli utenti vorranno spendere al massimo 500 Euro per i nuovi cellulari,
ma in media non si spenderanno oltre 250 Euro. Se si tiene invece computo che
il costo dei primi terminali 3G sarà oltre i 1000 Euro ci si rende conto di
quale dovrà essere l’ammontare dei sussidi che gli operatori dovranno attuare.
Per i consumatori oltretutto sembra essere più interessante la radio ed il lettore
MP3 nei cellulari piuttosto che le avanzate funzionalità dati offerte dai primi
cellulari 3G.

Le indicazioni fornite dalle vendite
massicce dei cellulari GPRS dimostrano come il loro utilizzo avanzato sia pressoché
minimale. Se la stessa cosa si ripeterà con i terminali 3G, il fallimento per
gli operatori sarà cocente. In particolare gli attuali cellulari 3G hanno grosse
difficoltà con le reti digitali già presenti. In Giappone Ntt DoCoMo ha deciso
di utilizzare terminali single mode per il suo servizio 3G FOMA. In Europa questo
non sarà possibile e si dovranno adottare solo cellulari dual mode, UMTS/GPRS.
La difficoltà di far convivere le due tecnologie sullo stesso device appaiono
elevate, maggiori del previsto. I primi cellulari dual mode non supporteranno,
ad esempio, l’hand over tra le due diverse reti. Ovvero se si è sotto copertura
UMTS e, mentre si parla al cellulare, si passa in una zona a sola copertura
GSM, cadrà indissolubilmente la linea. Non è certo il massimo spendere 1000
Euro per un cellulare che fa ritornare i suoi possessori a trent’anni fa, all’epoca
del sistema RTMI, l’ultimo disponibile in Italia che non supportava l’hand over.

Le possibilità di sviluppo nel
breve e medio termine appaiono, quindi, poche. H3G, che si aspetta di lanciare
i servizi UMTS in Italia e nel Regno Unito prima della fine del 2002, ha dichiarato
che l’hand over tra reti GSM ed UMTS sarà disponibile solo per la metà del 2003.
L’unica possibilità di veloce sviluppo appare legata alle grandi firme che possono
veicolare con facilità milioni di individui. Ad esempio sviluppare servizi legati
a Disney, AOL, oppure alle grandi squadre di calcio come il Manchester United,
la Juventus o il Real Madrid. Ma potrà il già di suo malato calcio salvare il
futuro del 3G ?

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