Il TAR conferma la multa di 900.000 euro a carico di Apple

Il Tar del Lazio ha confermato la multa dell'Antitrust di 900.000 euro a carico della Apple.

Il TAR ha respinto il ricorso de gruppo Apple contro la sanzione decisa dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pratiche commerciali scorrette. La società di Cupertino dovrà quindi pagare la multa di 900 mila decisa dall'Antitrust lo scorso Dicembre.

 

Apple è stata ritenuta "responsabile di pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori". Le sanzioni sono state decise al termine di un'istruttoria che "ha provato sia la non piena applicazione ai consumatori, da parte delle societa' del gruppo Apple operanti in Italia, della garanzia legale biennale a carico del venditore, sia le informazioni poco chiare sugli ambiti di copertura dei servizi di assistenza aggiuntiva a pagamento offerti da Apple ai consumatori".

 

In particolare, secondo quanto ricostruito dagli uffici dell’Antitrust, "le tre società del gruppo, Apple Sales International, Apple Italia S.r.l. e Apple Retail Italia hanno messo in atto due distinte pratiche commerciali scorrette: 1) presso i propri punti vendita e/o sui siti internet apple.com e store.apple.com, sia al momento dell’acquisto che al momento della richiesta di assistenza, non informavano in modo adeguato i consumatori sui diritti di assistenza gratuita biennale previsti dal Codice del Consumo, ostacolando l’esercizio degli stessi e limitandosi a riconoscere la garanzia convenzionale del produttore di 1 anno; 2) le informazioni date su natura, contenuto e durata dei servizi di assistenza aggiuntivi a pagamento AppleCare Protection Plan, unite ai mancati chiarimenti sull’esistenza della garanzia legale biennale, erano tali da indurre i consumatori a sottoscrivere un contratto aggiuntivo quando la ‘copertura’ del servizio a pagamento si sovrappone in parte alla garanzia legale gratuita prevista dal Codice del Consumo."

Le sanzioni sono pari a 400mila euro per la prima pratica e 500mila per la seconda pratica. Per la prima pratica, l’Autorità ha infatti tenuto conto delle modifiche adottate dalle società del gruppo nel corso del procedimento, in grado di garantire una migliore informazione ai consumatori, riducendo così il massimo edittale di 500mila che è stato invece applicato per la seconda pratica.

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