L’annunciato ritardo dei servizi
3G comporterà una ulteriore diminuzione di posti di lavoro nel settore delle
telecomunicazioni. Secondo alcuni analisti, Ericsson, una delle aziende maggiormente
in difficoltà, sarà costretta a tagliare altri dipendenti nel 2001, se non arriveranno,
come sembra, nuovi ordini per infrastrutture 3G. Intanto, però, le richieste
di infrastrutture GSM continuano ad essere costanti, e questo, se da una parte
da una boccata di ossigeno ai fornitori, dall’altra fa rimandare ancora di più
l’arrivo del 3G.
In questo momento gli unici operatori
che hanno richiesto infrastrutture di rete 3G, entro il 2001, sono italiani
o svedesi. I costi delle licenze hanno lasciato gli operatori europei con poca
liquidità, di conseguenza la scelta di ritardare l’implementazione delle reti
3G, cercando di guadagnare il più possibile con il GSM, è stata praticamente
obbligata. Solo 48 operatori hanno quindi firmato accordi di fornitura, contro
i 93 previsti dagli esperti per la metà del 2001.
Le industrie dei costruttori sono
pronte a produrre le infrastrutture necessarie per il 3G, ma l’assenza di ordinativi
le lascia per il 65% del tempo senza lavoro. Ericsson ha affermato di aver spostato
della forza lavoro dal settore 3G a quello GSM, dove gli ordinativi proseguono
senza sosta. A questo punto anche l’effettiva remuneratività dell’unione Ericsson-Sony,
da sempre punto focale dell’accordo, è in grave dubbio, visti i problemi di
Ericsson in Europa e quelli di Sony, di altra natura, in Giappone.