
Secondo i dati aggiornati ad aprile 2025, Dreame Technology ha conquistato il primo posto in Italia per fatturato nel mercato dei robot aspirapolvere, come si evidenzia nel rapporto appena pubblicato dalla società di consulenza globale Frost & Sullivan.
Un risultato che non si limita al nostro Paese: Dreame guida la classifica anche in altri 17 mercati a livello globale, di cui ben 11 in Europa, inclusi paesi strategici come Germania, Francia, Svizzera, Belgio e Spagna. Una dimostrazione chiara dell’espansione capillare e della crescente autorevolezza del brand nel panorama europeo.
Frost & Sullivan evidenzia inoltre come il settore stia vivendo una lenta ma inesorabile trasformazione: i robot aspirapolvere non sono più semplici elettrodomestici, ma prodotti smart sempre più integrati nella quotidianità.
Dreame conquista un meritato primo posto con i suoi robot aspirapolvere
A sostenere questa scalata ci sono due modelli che incarnano al meglio la filosofia di Dreame: innovazione pratica e prestazioni elevate. L’X50 Ultra Complete è un concentrato di soluzioni ingegneristiche mirate a risolvere i problemi reali dell’uso quotidiano. Grazie alla tecnologia ProLeap supera soglie fino a 6 cm, mentre con il sistema VersaLift riesce a pulire al di sotto di mobili bassi raggiungendo un’altezza minima di 8,9 cm. La funzione HyperDetangling evita che capelli e fili si aggroviglino nelle spazzole, e l’All-in-One PowerDock automatizza ogni fase della manutenzione, rendendo la gestione completamente autonoma.
Il fratello minore, L50 Pro Ultra, offre caratteristiche da top di gamma ad un prezzo più accessibile. Con una potenza di aspirazione di 19.500 Pa, bracci flessibili per la pulizia dei bordi e gestione intelligente degli ostacoli EasyLeap, unisce efficacia e praticità, rivolgendosi a chi cerca alte prestazioni senza compromettere il budget. Dreame si prepara inoltre a un debutto in grande stile all’IFA 2025 di Berlino, dove occuperà un padiglione di oltre 1.200 metri quadrati. Un salto impressionante, considerando che solo tre anni fa l’azienda era priva di uno spazio espositivo autonomo.