Dai Mobile Content ai nuovi servizi sul cellulare

Il mercato del mobile content e dei nuovi servizi via cellulare ha ottime prospettive di crescita

Il mercato del mobile content e dei nuovi servizi via cellulare ha ottime prospettive di crescita, ma richiede un importante sforzo a livello di regolamentazione e di definizione di business model innovativi. Questa la conclusione della tavola rotonda dal titolo “Dai Mobile Content ai nuovi servizi sul cellulare: scenari e opportunità per l’Italia", promossa dall’Associazione dei Content Service Provider AssoCSP in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano.
Il convegno ha preso le mosse dalla fotografia del mercato Mobile italiano e delle nuove opportunità di sviluppo da parte di Filippo Renga, responsabile Ricerche Mobile Consumer della School of Management del Politecnico di Milano, che ha segnalato alcune peculiarità nostrane, prima fra tutte la straordinaria penetrazione dei terminali più evoluti , superiore perfino a quella degli Usa: in Italia hanno uno smartphone il 34% degli utenti, contro il 25% degli americani. Gli utenti italiani sono molto attivi: almeno un italiano su quattro ha acquistato un Mobile Content tra il maggio 2008 ed il maggio 2009, il 31% dei navigatori accede al Mobile Internet quando è in casa e oltre la metà delle pagine viste da Mobile Internet vengono generate da connessioni Wi-Fi. È interessante notare inoltre che il cellulare è il mezzo preferito per accedere ad alcune tipologie di servizi informativi tra cui il meteo, le mappe, gli itinerari. 
Le potenzialità del canale Mobile, se opportunamente valorizzate, potrebbero contribuire al superamento del digital divide a livello di connettività, ma anche a livello di servizi digitali, primi tra tutti i servizi finanziari (micro pagamenti, alert, etc), in ambiti turistico, nella PA, nella mobilità.  Mobile Content 

Anche la Industry in Italia è rilevante:  sono oltre 150 le aziende nate nell’ultimo decennio in Italia per offrire contenuti e servizi su Mobile. Alcune di queste aziende sono oggi multinazionali presenti in decine di Paesi in cui hanno esportato le proprie competenze (a livello di offerta, tecnologia, accordi di filiera, ecc.) e i propri prodotti adattandoli agli specifici contesti di riferimento. Alcune sono state acquisite da multinazionali per aprire la propria divisione Mobile.  Molte PMI ICT hanno aperto divisioni dedicate al Mobile, ed aziende multinazionali hanno centri di competenza importanti con base in Italia. Il settore però registra oggi alcune criticità per cui il fatturato complessivo è sceso dai €762mln del 2007 ai €540mln stimati nel 2010, ed il fatturato pubblicitario cresce molto lentamente e si attesta oggi intorno ai €30mln.
Dalla tavola rotonda – a cui hanno partecipato gli operatori del settore Massimiliano De Carolis, Responsabile Business Development and Mobile Adv. Di Vodafone Italia, Gian Luca Fantinuoli, Presidente AssoCSP, Giorgio Gori, Amministratore Delegato di Magnolia, Stefano Portu, Direttore Offerta Mobile & Premium Gruppo Editoriale L’Espresso, Divisione Digitale – è emersa l’esigenza di far fronte alle novità che arrivano dalle esperienze straniere e quindi di collaborare alla definizione di nuovi standard tecnologici che consentano l’integrazione tra piattaforme diverse e l’interoperabilità dei servizi: ogni utente deve poter accedere in maniera semplice, allo stesso contenuto, con la stessa user experience, a prescindere dal device che utilizza. Le potenzialità di crescita del settore richiedono un ripensamento della catena del valore (in particolare con il miglioramento delle condizioni commerciali a favore dei fornitori di contenuti), una ridefinizione dei modelli di business (ad esempio coniugando accesso free ed accesso premium nella formula freemium) ed una revisione dei modelli regolatori (con particolare riferimento ai diritti d’autore e alla normativa sui sistemi di pagamento e a qualli sul gioco online) che permettano a settori di grandi potenzialità come la musica, i micro-pagamenti, il fund raising ed i giochi di trovare il giusto spazio anche nel mercato italiano. 

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