Continuano le discussioni sul canone Telecom

Sembra non volersi proprio placare l’ondata di
polemiche che in questi caldi giorni d’agosto ha travolto Telecom Italia per
la questione della leggittimità del canone di abbonamento per i servizi
di telefonia fissa.

Codacons, Aduc e Adusbef, le principali associazioni
dei consumatori italiane, chiedono a gran voce la sua abolizione e sostengono
che il canone era giustificato quando Telecom era l’unica società telefonica
presente sul mercato e quindi costretta a sostenere grandi investimenti per
portare i propri servizi anche nelle zone più remote del nostro paese.
Abolendo il canone, secondo l’opinione di queste associazioni, si permetterebbe
inoltre a tutti i gestori di competere ad armi pari sul mercato italiano.

Per Telecom Italia l’abolizione del canone non
è nemmeno da immaginare e i proventi che ne derivano non servono nemmeno
a ripagare le spese per la manutenzione della rete telefonica e i nuovi allacciamenti.
Anche Michele Lauria, sottosegretario alle Comunicazioni, si schiera dalla parte
dell’ex-monopolista, sostenendo che dal punto di vista legislativo le pretese
di Telecom Italia sono incontestabili.

La soluzione migliore per i consumatori, a detta
delle associazioni dei consumatori, sarebbe quella di abolire il canone e permettere
alle compagnie telefoniche di recuperare il mancato introito con un leggero
aumento delle tariffe telefoniche. In questo modo le proposte commerciali dei
gestori sarebbero più trasparenti e gli utenti a basso traffico, quelli
che effettuano poche telefonate nell’arco del mese, ne ricaverebbero sicuramente
un beneficio.

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