Ancora proteste dai dipendenti di Blu

Continua la battaglia dei dipendenti del quarto
gestore mobile, sull’orlo della liquidazione, per mantenere il proprio posto
di lavoro. La mobilitazione degli oltre 2.000 dipendenti è, ormai, quasi totale,
con gli impiegati dei due call center, uno a Palermo ed uno a Calenzano, in
prima linea.

Le richieste dei dipendenti di Blu sono chiare:
evitare la liquidazione della società, promuovere la vendita ad un altro gruppo
italiano o straniero in blocco, chiedere intervento del Ministro delle Comunicazioni
Maurizio Gasparri per evitare tale scenario di dismissione.

Naturalmente è molto più semplice per l’attuale
composizione azionaria vendere Blu a pezzi o liquidarla del tutto, ma si deve
tenere conto del sacrosanto diritto conseguito dai dipendenti del quarto gestore,
che hanno contribuito in massima parte all’espansione dell’azienda ed alla sua
attuale valutazione economica.

Forse, addirittura, se avessero lavorato peggio,
adesso Blu varrebbe molto di meno e, forse, sarebbe stato possibile trovare
un gruppo od una società disposta ad acquistarla in toto. Invece l’ottimo lavoro
di tutti gli impiegati di Blu ne ha fatto una realtà a livello nazionale, con
un valore tale da trovare difficilmente un unico compratore, in un periodo difficile
come quello attuale per il settore della comunicazione mobile.

Riceviamo e pubblichiamo l’ennesimo grido di protesta
dei dipendenti di Blu, sperando che chi di dovere faccia il possibile per scongiurare
il licenziamento di migliaia di persone.

Lettera aperta dei dipendenti
di Blu

Blu è un’azienda di telefonia
mobile nata su iniziativa di società che fanno capo a: Autostrade,
Mediaset, Benetton, BNL, Caltagirone, Italgas, British Telecom
e Distacom. A seguito di un bando di gara pubblico indetto con
l’obiettivo di sviluppare la concorrenza ed ottimizzare i vantaggi
per i consumatori, nel 1999 Blu ha ottenuto la licenza per l’esercizio
del servizio radiomobile GSM.
L’assegnazione della licenza ha
comportato per Blu l’assunzione di specifici obblighi, tra i quali:
la costruzione della rete radiomobile per garantire una copertura
graduale del territorio nazionale, l’inserimento di personale
qualificato, la realizzazione di investimenti (creazione di infrastrutture
tecniche e commerciali), la qualità dei servizi di telefonia offerti.
In soli due anni di vita, Blu è riuscita ad affermarsi in un mercato
fortemente concorrenziale ed a distinguersi per un’immagine dinamica
ed innovativa. In particolare, Blu è oggi una realtà economica
e sociale creata grazie alle competenze e alla tenacia dei dipendenti
(meno di 100 a gennaio 2000, diventati più di 1.900 a gennaio
2002) e del management, che si caratterizza per: circa 2 milioni
di clienti e più del 10% del mercato delle nuove attivazioni;
un marchio conosciuto da circa l’85% degli italiani; una capillare
rete commerciale; una copertura radio della popolazione in linea
con gli obblighi di licenza; infrastrutture di rete tecnologicamente
all’avanguardia distribuite nel territorio nazionale; un livello
di customer satisfaction superiore alla media del mercato; un’offerta
di servizi che hanno fatto di Blu un marchio leader nell’innovazione
e nella qualità dei servizi offerti.
Questi risultati, il valore dell’azienda
e le opportunità legate anche all’imminente introduzione della
Mobile Number Portability (la possibilità per i consumatori di
cambiare gestore senza modificare il proprio numero di telefono)
non giustificano gli attuali scenari di cancellazione di Blu dal
mercato, che si verificherebbero sia nell’ipotesi di smembramento
che di messa in liquidazione dell’azienda. Inoltre, queste due
ipotesi non si conciliano con gli impegni presi dall’azionista
di riferimento (Benetton) al momento del suo ingresso nell’azionariato
di controllo di Telecom Italia.
La cessione di Blu garantendo
il “mantenimento dell’indipendenza, dell’efficienza economica,
del valore commerciale e competitivo” dell’azienda era, infatti,
una delle condizioni imposte dall’Antitrust Europea per consentire
l’intera operazione. Queste considerazioni, unite all’impegno
ed alla professionalità che tutti noi abbiamo espresso in questi
due anni di vita di Blu, ci danno il diritto e il dovere di chiedere:
1. il mantenimento di Blu come
quarto gestore di telefonia mobile;
2. la possibilità per Blu di continuare il proprio sviluppo in
un mercato realmente competitivo, cogliendo le opportunità offerte
dall’introduzione della Mobile Number Portability;
3. il mantenimento degli impegni nei confronti degli oltre 2 milioni
di clienti;
4. la salvaguardia dei circa 2000 nostri posti di lavoro e del
patrimonio professionale espresso;
5. la tutela delle migliaia di posti di lavoro generati da Blu
nell’indotto.
In conclusione, chiediamo che
nella prossima assemblea degli Azionisti venga definitivamente
scongiurata l’ipotesi di messa in liquidazione dell’azienda, si
trovi una soluzione che accolga le nostre richieste e venga fatta
chiarezza sul futuro dei dipendenti di Blu.
I dipendenti di Blu

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