TIM, Vodafone, WINDTRE: multa sul roaming marittimo

I tre operatori sono stati multati dall'AGCM per non avere informato i propri clienti sul roaming marittimo, scopri a quanto ammonta la sanzione.

TIM, Vodafone e WINDTRE sono state multate dall’Antitrust per le loro tariffe sul roaming marittimo. Nello specifico, le tre aziende di telecomunicazioni dovranno pagare 5,3 milioni di euro per non aver informato adeguatamente i loro clienti.

TIM, Vodafone e WINDTRE: ecco i risultati dell’AGCM

Per quanto concerne TIM i controlli da parte dell’AGCM sono iniziati nell’estate scorsa. La stessa azienda aveva presentato le loro informative ai clienti già a Gennaio 2020 ma l’Antitrust non accettò tali prove. Secondo l’Antitrust, TIM non avrebbe informato in maniera chiara e trasparente i suoi clienti dell’abilitazione del servizio roaming marittimo.

L’altro operatore ad essere multato è Vodafone, che secondo il garante non ha informato i propri utenti, né tramite sito internet né via SMS, delle tariffe attivate senza consensi.

L’ultimo vendor multato è WINDTRE che anch’esso non informa il cliente circa l’attivazione del servizio di roaming in mare. Sebbene tutti gli operatori abbiano tentato di dimostrare di aver informato in maniera chiara i propri utenti le multe sono arrivate lo stesso: quando disponibili, le informazioni risultavano infatti sufficientemente “nascoste” e mai espressamente chiare e trasparenti.

Dalle evidenze acquisite risulta che, a partire almeno dal mese di giugno 2019, sulle tratte marittime nazionali (ossia su rotte da città italiana a città italiana, ad esempio tra Napoli e Palermo), Wind ha fornito ai clienti del brand Wind il servizio di roaming marittimo denominato “Wind in Nave”, che includeva i servizi di chiamata voce (sia originata che ricevuta), di invio e trasmissione SMS, nonché di trasmissione dati, con tecnologia 2G o 3G16. A tal fine, Wind ha stipulato accordi di roaming con gli operatori marittimi Maritime Communication Partner (MCP), AT&T Mobilita, Siminn Ocean Cell e Vodafone Malta. […] Dall’esame dei contratti stipulati da Wind con gli operatori marittimi è emerso che i costi del traffico telefonico generato dal servizio in parola erano pagati dal cliente direttamente a Wind, in qualità di gestore telefonico del cliente medesimo; Wind, a sua volta, versava agli operatori marittimi i corrispettivi pattuiti.

Ad essere coinvolti sono stati tutti quegli utenti che hanno utilizzato traghetti per i propri spostamenti, allontanandosi dalle reti terrestri e per le quali gli operatori hanno così automaticamente abilitato il roaming e tutti i costi accessori. Resta ora da valutare la possibilità di un ricorso da parte delle tre compagnie telco.

Fonte: AGCM

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