L’ecosistema Galaxy di Samsung si prepara a fare un salto di qualità con l’introduzione delle funzionalità AI di Google Gemini, che renderanno i dispositivi indossabili ancora più smart.
Per la prima volta, l’intelligenza artificiale troverà spazio sui Samsung Galaxy Watch, aprendo nuove possibilità per chi utilizza i wearable. Non solo: l’integrazione sarà più naturale quando si indosseranno i Samsung Galaxy Buds 3, che renderanno l’accesso a Gemini ancora più immediato ed intuitivo.
Gemini è pronto a sbarcare su Samsung Galaxy Watch e Galaxy Buds 3
L’obiettivo di Samsung consiste nel predisporre un’esperienza di utilizzo più lineare ed interconnessa tra i dispositivi Galaxy, dove l’intelligenza artificiale possa essere in grado di muoversi senza alcun impedimento da un device all’altro, migliorando la vita quotidiana degli utenti.
Immagina di essere in palestra, durante l’attività di corsa sul tapis roulant. Con un semplice comando vocale, potrai chiedere al tuo Samsung Galaxy Watch: “Ricordami che oggi uso l’armadietto 43”. Gemini registrerà l’informazione e ti permetterà di concentrarti sull’allenamento, senza distrazioni. Oppure, mentre sei fuori casa ed hai le mani occupate, sarà un gioco da ragazzi chiedere: “Fammi un riassunto dell’ultima email ricevuta”. In pochi secondi, l’AI di Gemini scansionerà la tua posta e ti offrirà una sintesi chiara, direttamente al polso, sfruttando le app installate.
L’esperienza sarà ancora più soddisfacente grazie ai Samsung Galaxy Buds 3. Con una semplice frase oppure una rapida gesture, come pizzicare e tenere premuto l’auricolare, si potrà attivare Gemini e connetterlo allo smartphone Galaxy. Fra le altre cose, potrai chiedere: “Che tempo farà per la mia corsa di oggi?” ed ottenere una risposta istantanea senza toccare il telefono. Questa sinergia tra voce, gesti e dispositivi trasformerà il modo in cui interagiamo con la tecnologia, rendendo ogni azione più veloce e naturale.
Google Gemini arriverà sui Samsung Galaxy Watch e sui Galaxy Buds 3 nei prossimi mesi, mettendo così l’intelligenza artificiale “a portata di voce”.
