La Polizia Postale lancia l'allarme della truffa del Mi Piace

La Polizia Postale ha da poco lanciato l'allarme circa la nuova e ormai conosciuta truffa del Mi Piace che si sta diffondendo sempre di più.
La Polizia Postale lancia l'allarme della truffa del Mi Piace

Abbiamo già parlato ampiamente della nuova truffa del Mi Piace che in questi ultimi mesi sta spopolando sugli smartphone di molti utenti. Nello specifico, fantomatici reclutatori di risorse umane propongono un lavoro che permetterebbe di guadagnare mettendo like a post e video sui social.

Nella realtà dei fatti si tratta di veri e propri truffatori che fanno parte di organizzazioni criminali senza scrupoli. La diffusione spietata di questo raggiro ha reso necessario il lancio di un allarme ufficiale da parte della Polizia Postale circa questa truffa che sta già mietendo molte vittime online.

Attenzione alla truffa del ‘mi piace’. I cybercriminali aggiungono le potenziali vittime a gruppi Telegram e propongono facili guadagni con il solo compito di mettere ‘mi piace’ a video su piattaforme online come YouTube, Instagram e TikTok. Successivamente, se si seguono le indicazioni, i malfattori inviano piccole somme di denaro per acquisire la fiducia degli utenti e poi completano la truffa esortandoli a effettuare investimenti con la promessa di guadagni ancora più elevati o richiedendo soldi come commissione per poter sbloccare i guadagni maturati“.

Truffa del Mi Piace: i consigli della Polizia Postale e degli esperti

Come puoi proteggerti dalla truffa del Mi Piace? La Polizia Postale consiglia: “Poni particolare attenzione alle offerte di lavoro per le quali non hai fatto specifica richiesta o che vengono diffuse sui vari social network e diffida di chi promette facili guadagni e successivamente richiede l’invio di denaro“.

Un altro aspetto sta nel gestire al meglio le impostazioni di WhatsApp e delle altre app di messaggistica istantanea. “All’opzione ‘chi può aggiungermi ai gruppi‘ seleziona ‘i miei contatti‘, per evitare di essere inseriti in chat indesiderate“, spiegano gli esperti delle Forze dell’Ordine.

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