Mongoose, il cuore del prossimo Samsung Exynos

Spunta in rete anche un primo benchmark a single-core per la prossima release del SoC coreano.

Samsung continua a investire grandi risorse economiche nella ricerca e
sviluppo dei suoi processori. Stando all’ultima classifica pubblicata da
AnTuTu, l’ultimo dei suoi System on Chip – l’Exynos 7420 – è già il più
potente processore per device mobili sul mercato: ma a quanto pare
questo non basta. A Seoul si pensa già al prossimo modello. Tra non
molti mesi Samsung potrebbe iniziare a installare nei suoi dispositivi –
e perché no a vedere ad altri OEM – un nuovo SoC con un core appositamente modificato.

Il nome in codice del progetto è Mongoose (mangusta): si tratterebbe di
un Exynos i cui core non sarebbero Cortex-A72, ma di tipo diverso,
appositamente progettati da Samsung per questo nuovo SoC, con clock in
grado di picchi da 2,3 GHz. Attenzione perché non c’è nulla di
confermato. Si tratta solo di chiacchiericcio online – una notizia
spuntata qualche ora fa sul social network cinese Weibo – eppure la
stessa fonte fa riferimento anche ad un primo benchmark, un punteggio
Geekbench realizzato con un test su di un singolo core. La cifra si
aggirerebbe (il condizionale è d’obbligo) intorno al valore 2200.
Tuttavia, se il valore fosse confermato, significherebbe che questo
nuovo core “custom” è in grado di performance superiori del 45 per cento
rispetto al migliore Exynos attualmente esistente.

Samsung Exynos Mangoose
PrSamsung Exynos – Progetto Mangoose

 

Tutto ciò va preso col beneficio del dubbio. Un po’ perché la fonte potrebbe essere non del tutto attendibile, un po’ perché, anche le notizia fosse vera al 100 per cento, non sempre questi valori si traducono in performance eccellenti e al di sopra della norma. Ossia nella valutazione di un SoC oltre alla pura potenza di calcolo, bisogna sempre tenere presente diversi altri fattori: come il dispendio energetico, la GPU integrata, l’interazione tra i core, il loro utilizzo in base al compito da svolgere ecc.

Nel mondo dei dispositivi cosidetti handheld (smartphone, phablet,
tablet, ecc) la potenza del processore non è poi tutto. Poteva esserlo
forse un tempo – anzi sicuramente lo è stato – quando nel mercato dei
desktop pc e dei notebook Intel e AMD si facevano una guerre senza
tregua a colpi di MHz prima, e di core poi. Senza dubbio oggi il
dispendio di energia dei chip è diventato un fattore ugualmente
importante, da tenere in notevole considerazione. Eppure c’è da dire che
molto spesso, ancora oggi, chi è alla ricerca di un buon smartphone
continua a badare alle prestazioni del pezzo di silicio che si occupa
della gestione del device. Più è potente il SoC, più ci sembra di aver
fatto un acquisto sensato.

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