Lì dietro il Nexus 6, dove c’è il logo Motorola incastonato in una leggera rastrematura, ci sarebbe dovuto essere un lettore di impronte: una soluzione già vista per esempio sul Mate 7 di Huawei, e che avrebbe arricchito la lista delle caratteristiche del phablet sviluppato per Google. Purtroppo, però, quando si sarebbe dovuto concretizzare il tutto il sensore giusto non era più disponibile.
Dennis Woodside, già CEO di Motorola (ora passato a Dropbox), racconta al Telegraph com'è andata: il design iniziale prevedeva un lettore di impronte sul posteriore del device, ma poi la sorte ci si è messa di mezzo. Apple acquistò nel 2012 Authentec, società all'avanguardia nei sensori dedicati a questo scopo, con l'evidente obiettivo (poi realizzato) di integrare la tecnologia nel suo iPhone: così il 5S ha avuto il TouchID, e Motorola ha dovuto decidere cosa fare.
Google Nexus 6
Huawei Ascend Mate 7 Gold
Apple ha tolto dal mercato i sensori Authentec poco dopo l'acquisizione: all'epoca si trattava dell'unico prodotto in grado di leggere l'impronta appoggiando il dito sul sensore, mentre la concorrenza per lo più si limitava a costringere a "strisciare" il dito. Motorola, nelle parole di Woodside, si ritrovò a dover fare una scelta: "Apple comprò il miglior fornitore. Quindi per tutti gli altri era disponibile il secondo su piazza, e non era pronto". Invece di scendere a compromessi, e dunque lanciare uno smartphone le cui qualità sarebbero state confrontate con quelle di iPhone finendo per essere giudicate insufficienti.
La scelta di accantonare il sensore sul Nexus 6 ha avuto conseguenze per tutto l'ecosistema Android. Google ha scelto di posticiparne lo sviluppo, lasciando i diversi OEM che adottano il suo sistema operativo privi di un componente standard e costretti a svilupparne uno proprio, chiuso, se volevano a tutti i costi inserire un lettore di impronte digitali nei loro prodotti.
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