Huawei: il 2020 è stato l'anno dei brevetti

Secondo quanto si apprende da un rapporto del Financial Times, sembra che Huawei abbia pubblicato ben 200.000 brevetti nel corso dell'intero 2020.
Huawei: il 2020 è stato l'anno dei brevetti

Huawei ha annunciato di aver assistito ad un anno record per quanto concerne la pubblicazione di brevetti. Il 2020 infatti, è stato davvero frizzante su questo punto di vista. Troviamo diversi patent di sua proprietà, pubblicati dopo che la società ha intensificato la sua analisi e l’impegno di crescita per gli anni futuri.

Huawei: 85.000 brevetti in più rispetto al 2019

Secondo un rapporto del Financial Times, il gigante tecnologico cinese ha aumentato i suoi sforzi nell’innovazione dopo essere stato inserito nella Black List americana; con tale mossa, è stato reso obbligatorio per le aziende con sede negli Stati Uniti acquisire una licenza per commerciare con il brand. Di fatto, l’OEM cinese si è trovato sprovvisto, dall’oggi al domani, di tutti i suoi partner strategici, sia sul versante del software che sul fronte hardware.

La società ha anche interrotto la fornitura di chip da TSMC dopo che l’amministrazione Trump ha rafforzato le restrizioni sulla società. A causa di ciò, le spedizioni di device mobili del marchio sono diminuite drasticamente nell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Pertanto, il produttore di telefonia mobile ha aumentato le sue domande di brevetto; adesso l’azienda detiene più di 100.000 brevetti nel 2020. Si tratta di 85.000 in più rispetto all’anno precedente, segnando il più alto salto annuale di brevetti dell’azienda.

In particolare, Huawei è anche il più grande detentore di patent, rappresentando un’ampia quota di brevetti per una varietà di campi come le apparecchiature per le telecomunicazioni, la tecnologia 5G e altro ancora.

L’azienda ha anche depositato documenti relativi alle scienze applicate, compresa l’intelligenza artificiale. Infine, la società è stata anche la principale ricorrente nell’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI). Questa mossa fa anche parte degli sforzi della società per aumentare le entrate dalla licenza dei suddetti brevetti, spingendo così le aziende USA a pagare Huawei per usufruire della tecnologia mobile 5G in terra natia.

Fonte: Financial Times

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