Google, OEM, Android e sicurezza: forse ci siamo

Google forzerà i produttori di smartphone Android a rilasciare con tempestività le nuove patch di sicurezza: un passo in avanti, a beneficio degli utenti.

Con oltre l’80% di market share a livello globale, Android domina il mercato smartphone mantenendo ben salda la propria leadership e vedendo in iOS di Apple il suo unico reale concorrente. Ciò nonostante, Google ancora oggi non ha trovato un modo efficace per combattere quello che rimane il più grande problema del sistema operativo: la frammentazione tra le varie edizioni. Ci ha provato con iniziative come Android One e Project Treble, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Questo non solo si traduce nell'impossibilità per gli utenti di accedere alle versioni più recenti della piattaforma – oggi Oreo è presente su meno del 6% dei dispositivi – ma impedisce anche di poter contare sugli aggiornamenti relativi alla sicurezza. Un gap che il gruppo californiano ha intenzione di colmare al più presto. Lo farà usando il pugno duro con i partner OEM, coloro che si occupano della realizzazione e della commercializzazione dei device.

La conferma è arrivata dal palco dell'I/O 2018, con David Kleidermacher del Security team che ha parlato di nuovi termini introdotti nell'accordo sottoposto ai produttori per l'utilizzo del sistema operativo. Si partirà con Android P, già disponibile sotto forma di Developer Preview: per poterlo installare all'interno degli smartphone le aziende di terze parti – come Samsung, LG, Huawei, Xiaomi e così via – dovranno garantire il proprio impegno al fine di distribuire con tempestività le patch di sicurezza. Va sottolineato, non si parla degli update alle nuove major release, bensì degli aggiornamenti che Google confeziona e pubblica periodicamente in modo da intervenire sulle problematiche relative alla sicurezza.

Nessun dettaglio su quali siano i termini dell'accordo modificati né sulle modalità con le quali Google intende vigilare affinché vengano rispettati. Si tratta a nostro avviso di un passo nella giusta direzione, che avrà come esito l'innalzamento di un'ulteriore barriera a protezione delle tante minacce che gravano sull'ecosistema mobile e che di continuo sfruttano le vulnerabilità delle piattaforme per sottrarre i dati personali dell'utenza o per eseguire altre azioni malevole.

La differenziazione dell'offerta in termini di device e il coinvolgimento di un gran numero di partner rappresentano al tempo stesso il più grande punto di forza e la maggiore fragilità del progetto Android, fin dalle sue origini. Con una presa di posizione di questo tipo, Google conferma il proprio impegno al fine di trovare una soluzione efficace e, si spera, definitiva.

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