Panasonic G51M

Quando arriva l’estate e l’abbigliamento si riduce ai minimi termini è senz’altro più comodo poter disporre di un telefono piccolo e leggero. Uno di questi è il nuovo Panasonic EB-G51M, che ha attirato la mia attenzione per il costo ragionevole e l’aspetto molto gradevole. Si differenzia soprattutto dagli altri piccolini che hanno quasi tutti la forma a conchiglia, senz’altro più utile, ma che un po’ mi ha stancato. Ho comprato il kit Vodafone che al costo di 150 euro allega una prepagata da 10 euro solo quando ho capito che il telefono non era stato contaminato da nessun menu specifico di quel gestore. A parte un breve logo iniziale e le impostazioni del GPRS (modificabili) il telefono è puro come mamma l’ha fatto, e li ringrazio di ciò.

La prima cosa che si capisce è che questo è un telefono fine a sé stesso, non si concede molto alla personalizzazione e non esibisce funzioni particolarmente innovative. Infatti pur avvalendosi del GPRS non dispone né di porta infrarossi, né di Bluetooth e tantomeno di cavetto, ma se ne serve solo per la navigazione WAP, così per scaricare uno sfondo o una suoneria si finisce con lo spendere cifre francamente scoraggianti. Insomma un telefono per telefonare.
Viene venduto ovviamente con un caricabatteria e il manuale (fatto abbastanza bene).

Il cellulare è davvero piccolino e pesa 75 grammi, in tasca non si avverte. Non scricchiola ed è ben rifinito. I tasti a mò di chicco di riso sembrano affollarsi in poco spazio, ma invece si usano benissimo, senza pericolo di digitare fischi per fiaschi, e sono anche giusti nella durezza. Però di ognuno è retroilluminato solo il numero e non le lettere, quindi scordatevi di scrivere un sms di notte, a meno di non andare per tentativi o di ricordare i tasti a memoria.

Il display: è a colori, discreto, per quello che deve fare… Però quando non è illuminato (condizione che perdura 10 secondi dall’ultima pressione di un tasto) è così buio da essere quasi illeggibile. Piccolo è il logo dei messaggi ricevuti, minuscolo e a tre segmenti l’indicatore di carica della batteria, come così pure, ma a quattro segmenti, è l’ S-meter (quello di segnale).
Sicuramente un led per la presenza di campo non sarebbe andato sprecato.
Passiamo alle cose importanti.

Chi ha letto qualche altra mia recensione sa che sono un radioamatore, e che analizzo i telefoni per quello che sono: ovvero delle ricetrasmittenti portatili full duplex. E quando un radioamatore compra un "portatile" presta attenzione in ordine di rilevanza a: l’antenna, la sensibilità del ricevitore, l’autonomia della batteria e la potenza di trasmissione.

Le antenne dei cellulari (che sono la cosa più importante in un ricetrasmettitore) non sappiamo come sono fatte dentro, né i costruttori si sognano lontanamente di renderle intercambiabili come avviene per altri apparecchi, quindi non potendo fare paragoni non le possiamo giudicare.
La misura della sensibilità del ricevitore non è mai dichiarata! E per l’utente questo è un grave danno. Equivale a comprare un automobile ignorando completamente la potenza o la cilindrata del motore. Sembra una follia ma per il mercato dei cellulari è una prassi consolidata. Così ci ritroviamo a scrivere le prove per dirci se funzionano o meno; e il Panasonic finisce nella lista nera. La ricezione è francamente deludente. Così come delude l’autonomia. Pur avvalendosi di una batteria da ben 780 milliampere, non supera i due giorni con un uso regolare. La potenza di trasmissione è uniformata per legge e quindi non la consideriamo come discriminante, mentre la qualità audio è molto buona, soprattutto il vivavoce è un piacere usarlo. Davvero potenti e udibilissime sono le suonerie polifoniche, da questo punto di vista è stato fatto un ottimo lavoro! Efficiente il vibratore.

Spendo due parole sui menu. La schermata principale visualizza nove icone relative a tutti i menu principali (ben organizzati) a cui si accede facilmente e in cui smanettare è molto intuitivo. Anche se il terminale risponde con un po’ di lentezza. Qualche confusione è stata fatta nell’area messaggi dove tra la lista di quelli inviati troviamo anche quelli semplicemente salvati; e poi l’agenda, parla solo inglese e non propone un allarme per i promemoria.
Questi menzionati sono per me gli aspetti degni di nota, tutto il resto funziona normalmente.

In conclusione dirò questo Panasonic avvalora sempre più la sensazione che sotto determinate dimensioni non conviene scendere. Noi vogliamo cose sempre più piccole e leggere ma ancora ci scontriamo con inesorabili leggi di fisica.
Grandi progressi sono stati fatti, e l’uso di tecnologia a bassissima tensione permette ormai di confezionare in pochi millimetri e pochi grammi batterie ad alta capacità come quella del telefono in questione, ma altre prestazioni non meno importanti soffrono ancora la miniaturizzazione. Lode a Panasonic però, che insiste caparbiamente su questa strada. Il G51 è un bellissimo e microscopico oggetto che anni addietro non ci saremmo nemmeno sognati di avere in tasca, dove oggi ce lo dimentichiamo per le sue esigue misure. Aspetterò (storcendo il naso di tanto in tanto davanti allo S-meter) l’uscita di un modello che riceva meglio, e magari di capirlo subito leggendo le specifiche tecniche sulla confezione. Nel frattempo mi godrò l’estate in piena libertà.