Se stai usando Grok le tue chat potrebbero essere online su Google

Se stai utilizzando Grok devi sapere che le tue chat potrebbero essere finite online su Google, proprio come successe con ChatGPT.

Un altro assistente di intelligenza artificiale sta pubblicando alcune informazioni personale degli utenti che lo stanno utilizzando. Se anche tu stai usufruendo di Grok sappi che le tue chat potrebbero essere finite online su Google. Ti ricorda qualcosa, vero? Anche a noi, davvero. E la cosa appare alquanto preoccupante.

Infatti, solo alcune settimane fa avevamo riportato che le conversazioni con ChatGPT di molti utenti erano state pubblicate tra i risultati di ricerca su Google. Ora ci troviamo di fronte a una situazione molto simile dove cambia solamente l’assistente di intelligenza artificiale. Ma cosa sta succedendo veramente?

In pratica, come riportato dai ricercatori di Malwarebytes, “quando gli utenti di Grok premevano un pulsante per condividere la trascrizione di una conversazione, questa diventava anche ricercabile“. Addirittura, secondo quanto dichiarato da Forbes, sembra che questo a volte succedeva senza il permesso degli utenti, quindi a loro totale insaputa.

Ogni volta che un utente di Grok clicca sul pulsante “Condividi” in una delle sue chat con il bot, viene creato un URL univoco che gli consente di condividere la conversazione tramite e-mail, SMS o altri mezzi. All’insaputa degli utenti, però, quell’URL univoco viene reso disponibile anche ai motori di ricerca come Google, Bing e DuckDuckGo, rendendolo ricercabile da chiunque sul web.

Grok e le chat pubblicate sui motori di ricerca

Da quanto emerso, le chat di molti utenti di Grok sono state pubblicate non solo su Google, ma anche su altri motori di ricerca. Stando a quanto dichiarato da Forbes, si tratta di oltre 370 mila conversazioni tra utenti e bot.

Le pagine condivise hanno rivelato conversazioni che spaziano da semplici attività aziendali come la scrittura di tweet alla generazione di immagini di un immaginario attacco terroristico in Kashmir e al tentativo di hackerare un portafoglio crittografico“, spiega Forbes.

Addirittura, secondo quanto dichiarato dal sito, che ha esaminato le conversazioni pubblicate, alcune chat finite online rivelano nome e cognome, dati personali e password condivise con l’assistente di intelligenza artificiale. Ecco perché non è bene delegare l’intelligenza artificiale nella creazione di password complesse.

Come evitare simili rischi

Come utilizzare l’intelligenza artificiale in modo sicuro, evitando il rischio che le proprie chat finiscano online sui motori di ricerca, proprio come è successo a molti utenti che utilizzano Grok? Gli esperti di Malwarebytes hanno redatto un piccolo vademecum che vi riportiamo sintetizzato di seguito, per punti:

  • non effettuare l’accesso alla piattaforma social se usi il suo assistente di intelligenza artificiale;
  • prima di usare un bot di intelligenza artificiale verifica sempre come mantenere private le tue conversazioni;
  • non fornire mai informazioni private e sensibili quando chatti con l’intelligenza artificiale;
  • verifica le informative sulla privacy;
  • non condividere mai informazioni personali identificabili.
Fonte: Forbes

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