Privacy a rischio nei collegamenti wireless '802.11'

Un gruppo di ricercatori dell’ Università
di Berkeley in California, ha scoperto una ‘falla’ nel cosiddetto WEP (Wired
Equivalent Privacy), l’algoritmo che dovrebbe garantire la riservatezza delle
informazioni trasmesse utilizzando la tecnologia 802.11b, un protocollo che
consente di realizzare reti senza fili come quelle rese possibili dall’ AirPort
di Apple.

La tecnologia, conosciuta anche con il nome di
Wi-Fi, è già stata adottata da un ampio numero di aziende in servizi
di trasmissione dati all’interno di campus universitari, uffici, alberghi ed
aeroporti. Per la fine del 2001 si prevede che saranno almeno 10 milioni i dispositivi
Wi-Fi venduti nel mondo, stando ai risultati di una ricerca condotta dal Cahners
In-Stat.

‘Abbiamo trovato diversi metodi per intercettare
le trasmissioni e decifrare i dati’, dichiara Nikita Borisov, studente ventitreenne
presso l’ Università di Berkeley. ‘Siamo in grado di modificare i dati
in tempo reale mentre vengono trasmessi e di accedere alle reti anche se sono
protette’. Ian Goldberg, da poco laureato a Berkeley, è invece un’altra
di quelle persone che ha scoperto di recente alcune inefficienze nel sistema
GSM grazie alle quali un hacker potrebbe ascoltare le conversazioni telefoniche.

Gli esperti in crittografia sono d’accordo nel
criticare il fatto che molto spesso le tecnologie di codifica delle informazioni
vengono impiegate nella realizzazione di nuovi prodotti ancora prima che possano
essere testate per scoprire l’esistenza di eventuali ‘fallÈ che possano mettere
in pericolo la riservatezza dei dati trasmessi.

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