La penetrazione del 3G più difficile del previsto

Uno studio della società specializzata
CIT
ha messo in luce che gli operatori mobili troveranno molte più difficoltà del
previsto per convincere gli utenti a cambiare il loro terminale per comprarne
uno 3G. Difatti, sebbene la penetrazione dei cellulari sia molto alta, i servizi
che faranno gola agli attuali possessori di telefonini, affinché passino alle
reti 3G, sono ancora ben al di là dal venire.

Uno dei servizi più gettonati potrebbe
essere la videotelefonia, che ha già fallito sulle linee fisse, ma che, in quelle
mobili, potrebbe avere un certo successo. La maggiore difficoltà, però, sta
nel fatto che molti dei futuri servizi a valore aggiunto del 3G possono essere
tranquillamente fruiti col GPRS, a costi molto minori per gli utenti. Di conseguenza,
vista la situazione attuale, gli operatori impiegheranno più del previsto per
recuperare i soldi delle licenze.

In media ci vorrà il 2010, destinando
tutte le entrate previste al solo pagamento delle licenze. In questo modo, probabilmente,
per alcuni operatori potrebbe essere conveniente, dopo alcuni anni, permettere
la creazione di operatori virtuali sulle proprie reti 3G, in modo tale da garantire
una crescita del traffico dati.

Un altro punto difficile è il calo
generalizzato dei ricavi per singolo utente (ARPU) derivato dalla crescita del
numero di utilizzatori di cellulari, senza che ne conseguisse un effettivo aumento
di traffico. Per aumentare l’ARPU i gestori dovranno offrire servizi significativi
ed effettivamente utili per l’utente, con nuove tariffe e nuovi canali di vendita.
La situazione è certamente difficile, ma ancora c’è tutto il tempo per porre
gli effettivi rimedi.

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