
Sono momenti concitati per Piracy Shield, la piattaforma che in Italia sta contribuendo alla lotta contro IPTV e Pezzotto illegali. Questa volta è la Computer & Communications Industry Association (CCIA) a mettere in dubbio la bontà dei metodi di questa piattaforma e, soprattutto, se quello che fa è del tutto legale.
Nel comunicato stampa si legge: “La Computer & Communications Industry Association (CCIA Europe) sollecita la Commissione europea ad affrontare le crescenti preoccupazioni circa le misure antipirateria incoerenti e sproporzionate che stanno iniziando ad apparire nell’Unione europea“.
Infatti, proprio in merito ai metodi nella lotta di IPTV e Pezzotto, la CCIA ha specificato: “Il 21 gennaio, la CCIA Europe aveva già scritto alla Commissione in merito al problematico Piracy Shield italiano, che obbliga i fornitori di servizi Internet (ISP) a bloccare i siti web, comprese le reti private virtuali (VPN) e i resolver DNS pubblici, entro 30 minuti dalle segnalazioni dei titolari dei diritti“.
IPTV e Pezzotto: di cosa è accusata Piracy Shield
Nella lotta sferrata a IPTV e Pezzotto, Piracy Shield è accusata di ricorrere a blocchi eccessivi che hanno colpito servizi online e utenti legittimi, come il blocco di Google Drive in Italia che ha dato inizio all’intera polemica e ai dubbi sulla legittimità dell’azione di questa piattaforma.
Inoltre, nell’esposto della CCIA si legge: “Le recenti modifiche alla legge italiana sul diritto d’autore introducono obblighi di segnalazione eccessivi per gli intermediari digitali, che vanno ben oltre i requisiti stabiliti dal Digital Services Act (DSA) dell’UE. La CCIA Europe sottolinea che l’Italia non ha notificato tali misure alla Commissione europea nell’ambito della procedura TRIS, compromettendo così la supervisione critica dell’UE e sollevando preoccupazioni circa il rispetto delle normative dell’UE e l’impatto sulla libertà di espressione e sul mercato unico“.
In conclusione, secondo quanto scritto dalla CCIA Europe, nonostante Piracy Shield sia nata per contrastare IPTV e Pezzotto, rappresenta un “rischio significativo per i principi di libertà di espressione delle imprese, come stabilito dal diritto europeo e italiano“.