Si inizia a schiarire la situazione
all’interno di Ipse 2000, società vincitrice di una delle cinque licenze UMTS,
che nei giorni scorsi è stata ad un passo dalla liquidazione. I problemi di
Ipse 2000 sono noti, le divergenze tra i soci italiani e Telefonica, azionista
di maggioranza, paiono ormai insanabili. La stessa Telefonica pareva intenzionata
a chiudere il discorso Ipse 2000, fuoriuscendo dalla società.
Adesso, invece, sembra vi sia uno
spiraglio. La situazione ha iniziato a dipanarsi da quando alcune voci vedevano
vicina una messa in congelamento dell’azienda, almeno fintanto che lo scenario
italiano delle telecomunicazioni non fosse migliorato. Le minacce del Ministro
della Comunicazione, Maurizio Gasparri, che ha intimato che tale scelta avrebbe
potuto portare ad una revoca della licenza UMTS, seguite dalle accomodanti dichiarazioni
dello stesso ministro in base alle quali il Governo sarebbe intenzionato ad
adottare in toto la direttiva europea Framework, che prevede la possibilità,
per le aziende detentrici di una licenza telefonica, di vendere le frequenze,
scambiarle, prestarle, a dispetto delle regole attuali, che permettono il solo
affitto ad un operatore già attivo sul mercato, ha ridato speranza al futuro
di Ipse 2000, che, abbandonando definitivamente il progetto GPRS, come ammette
candidamente lo stesso amministratore delegato Pierluigi Celli, si getta a capofitto
nel business per il quale il consorzio è nato: l’UMTS.
Oltretutto la stessa direttiva
potrebbe venire in aiuto di un altro operatore in difficoltà, Blu, che in questo
modo, sebbene con un’interpretazione estensiva della norma europea, vedrebbe
aprirsi la possibilità di cedere le proprie frequenze ad altri gestori. Per
ciò che riguarda Ipse 2000, invece, l’intenzione adesso è di mettere a punto
un nuovo business plan, che comprenda l’avvio del servizio 3G non appena questi
sia disponibile per il grande pubblico, si parla dell’inizio del 2003, in base
a nuovi accordi strategici e nuovi capitalizzazioni.
Il futuro resta, però, avvolto
dal mistero, visto che vi è bisogno di nuovi fondi da subito, per mandare avanti
le basilari procedure di investimento. La maggior parte dell’onere dovrebbe
ricadere proprio su Telefonica, ma molto dipenderà anche da come andrà a finire
un’altra operazione, quella che vede Telefonica e Fiat, soci anche nell’operatore
fisso Atlanet, puntare ad un nuovo polo per la telefonia fissa in Italia, alleandosi
con Edisontel ed Albacom. Fiat attende di conoscere le intenzioni di Telefonica
in questo progetto, per poi vagliare con attenzione il da farsi.