L’ultimo hobby dei colletti bianchi inglesi è cercare accessi W-LAN durante gli spostamenti per recarsi in ufficio o per tornare a casa dal lavoro. A rivelarlo uno studio di KPMG, società di consulenza. Il reparto sicurezza di KPMG ha, infatti, montato degli Access Point in giro per Londra appositamente per registrare eventuali tentativi di ingresso e studiarne le modalità.
Ebbene l’esperimento ha rivelato che il maggior numero di ingressi esterni avvengono tra le 9 e le 10 del mattino e tra le 17 e le 18 di sera, in corrispondenza con l’entrata e l’uscita dalla stragrande maggioranza degli uffici. La riprova di ciò si ha durante il fine settimana, quando i tentativi di accesso sono stati pressoché nulli. Oltre l’84% dei tentativi erano da attribuire agli appassionati di warchalking, pratica già diffusa negli USA, che consiste unicamente nel tracciare una sorta di mappa degli Access Point incontrati, senza alcun intento negativo, spesso anche con appositi graffiti su muri o marciapiedi. Solo il restante 16% è entrato nella W-LAN. Di questi quasi il 75% ha tentato di accedere a file protetti o di effettuare comandi pericolosi per il PC.
Il test ha dimostrato, quindi, che la maggioranza degli accessi non autorizzati alle W-LAN private non avviene con fini pericolosi, come si credeva in precedenza. Più che altro il problema potrebbe essere una diminuzione della larghezza di banda, a causa di altri utenti esterni collegati o la disabilitazione fisica del sistema. Sia gli hacker che i semplici amanti del warchalking utilizzano per le loro incursioni soprattutto i propri notebook, sempre tenuti aperti, principalmente in auto, con uno specifico software che scandaglia le vicinanze in cerca di eventuali W-LAN.