In Giappone: dove il 3G non è più un sogno

Dopo tante parole, dopo i ritardi,
dopo le lodi e le critiche, di un servizio ancora neanche attivo, finalmente
il tanto atteso 3G, si può toccare con mano. Dal primo ottobre, infatti, seppure
quasi in sordina, è partito il primo servizio di telefonia 3G commerciale del
mondo. A lanciarlo, come ormai noto, NTT DoCoMo, in Giappone.

Si tratta di un servizio limitato,
con una copertura circoscritta alla sola area metropolitana di Tokyo, circa
30 chilometri quadrati, senza alcuna applicazione aggiuntiva. Quindi nessun
film da scaricare sul cellulare, nè videoconferenze tra Giappone e altri
angoli del mondo, ma, esclusivamente, un sistema di comunicazione mobile con
una larghezza di banda molto più elevata ed una qualità audio paragonabile a
quella dei collegamenti fissi. Eppure questo basta per dare alla cosa l’impronta
dello storico. Tutto sommato, si apre una nuova era nella storia delle comunicazioni
mobili. Se l’avvenimento fosse accaduto in altri momenti, certamente avrebbe
riempito le pagine di ogni tipo di giornale. Purtroppo, gli avvenimenti internazionali,
hanno fatto passare tutto quanto in secondo piano.


La mappa di copertura del Foma giapponese

Il FOMA, questo il nome dato al
servizio 3G nipponico, è finalmente disponibile per tutti gli abitanti di Tokyo,
sebbene saranno in pochi a servirsene, almeno inizialmente. Dopo il periodo
di quattro mesi di prova, infatti, NTT DoCoMo è sì partita con la commercializzazione
per tutti, ma il numero di terminali distribuiti negli oltre 260 negozi autorizzati
è di soli 20.000 esemplari. Solamente il primo giorno, ben 4.000 di questi sono
stati venduti, facendo credere che entro qualche giorno i cellulari 3G saranno
pressoché introvabili.

D’altro canto, Nec e Matsushita,
che producono i terminali FOMA attualmente in vendita, hanno un ritmo di produzione
ben al di sotto di quello delle fabbriche che realizzano i cellulari tradizionali.
Un terminale 3G è molto più complesso da assemblare, costruire e testare. Se
pensiamo che dei tre modelli in vendita, quello più semplice, prodotto da Nec,
l’N2001, ha un manuale di istruzioni di 935 pagine, ci rendiamo conto di cosa
rappresentano questi nuovi cellulari.

Funzioni che li fanno sembrare
sempre più dei palmari, piuttosto che dei telefonini. Eppure la forma dell’N2001
è realmente simile a quella degli ultimi modelli di cellulari i-Mode, con schermi
a 4.096 colori e funzioni ultrasofisticate. Anche i prezzi rispecchiano questa
nuova realtà. Bisogna stare attenti quando si considerano i prezzi dei cellulari
in Giappone, visto che la politica degli operatori è quella di attuare forti
sconti e prezzi molto bassi per l’acquisto dei terminali.

Per questo, se a noi europei pagare
500 Euro per un cellulare non è una cosa fuori dal normale, lo è in Giappone,
dove, nonostante il tenore di vita molto più elevato, nessuno spende così tanti
soldi per un telefonino. Eppure, i prezzi dei nuovi cellulari sono superiori
a queste cifre. Per il modello base, l’N2001, si parla di circa 500 Euro, mentre
l’altro modello, prodotto da Matsushita, il P2101V, corredato da videocamera,
arriva a costare 700 Euro.

Oltre a questi due cellulari, è
uscita in commercio la PCMCIA PC Card P2401, che può essere utilizzata con tutti
i Notebook o PDA che hanno uno slot PCMCIA e costa circa 300 Euro. Prezzi tanto
alti sono, però, ripagati dalla velocità di connessione che riserva il FOMA.
Fino a 384 kbps, questa la stratosferica cifra alla quale possono arrivare i
tre terminali appena descritti. Si tratta di una larghezza di banda difficilmente
riscontrabile, anche nei collegamenti fissi, in Europa. Se si pensa che moltissimi
utenti europei si stanno in questi giorni rallegrando per l’arrivo del GPRS,
che permette larghezze di banda nell’ordine dei 30-35 kbps, ci rendiamo conto
della reale portata di tutto ciò.


I terminali FOMA inizialmente disponibili

Per ora, tanta potenza non ha trovato
dei servizi specifici sui quali esaltarsi. NTT DoCoMo ha deciso che il FOMA
sfrutterà i medesimi servizi dell’i-Mode, solo a velocità sensibilmente superiori,
almeno inizialmente. In seguito, infatti, una vasta serie di servizi a valore
aggiunto sarà pronta per essere lanciata.

L’obiettivo di NTT DoCoMo è di
raggiungere 150 mila utenti 3G entro la fine del 2001, una cifra alquanto bassa,
se si considera che, nel solo mese di agosto, ci sono stati ben 272 mila nuovi
abbonati i-Mode. Bisogna tuttavia considerare la penuria di terminali e il costo
elevato degli stessi.

NTT DoCoMo crede molto nelle possibilità
del FOMA e non potrebbe essere altrimenti. Si calcola che la rendita media di
un singolo utente 3G sia superiore del 20% quella di un utente 2G. Per le casse
delle società operanti nel settore mobile, si tratterebbe di una boccata di
ossigeno fondamentale. Intanto, in Europa, che succede? Manx Telecom, che avrebbe
dovuto lanciare il primo servizio 3G europeo, non da segni di alcun genere.
Le previsioni ottimistiche vedono la fine del 2002 come l’inizio del lancio
dell’UMTS in vari paesi europei, tra i quali l’Italia. Fino ad allora, non potremo
fare altro che goderci il GPRS ed invidiare gli abitanti del paese del Sol Levante.

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