Immagini AI: come riconoscerle osservando i dettagli

Come riconoscere facilmente un’immagine generata dall'intelligenza artificiale prestando attenzione anche ai minimi dettagli.
Immagini AI: come riconoscerle osservando i dettagli

I generatori di immagini basati sull’intelligenza artificiale hanno dato a chiunque la possibilità di creare contenuti di ogni tipo, molti dei quali finiscono direttamente sui social, generando confusione tra gli utenti. D’altronde, si sa: gli strumenti AI sono facilmente accessibili e, come si legge ovunque da mesi, basta un semplice prompt e a volte neanche quello, per trasformare qualsiasi pensiero in un’immagine.
Una possibilità affascinante, che sta cambiando radicalmente il panorama digitale, offrendo nuove opportunità di creazione ma anche sollevando molte preoccupazioni per gli usi. La domanda che molti oggi si pongono vedendo foto online è: ciò che sto guardando è reale o è stato generato dall’AI?

Trovare una risposta non è sempre così semplice. Le immagini generate dall’AI sono sempre più realistiche, ma esistono ancora dettagli che possono tradirne l’origine. Ecco quali.

Occhi finti e volti perfetti: come riconoscere un’immagine AI

Seguire le evoluzioni dell’intelligenza artificiale è davvero affascinante, oltre che estremamente importante, ogni giorno emergono nuovi progressi e funzionalità sempre più avanzate. Dai chatbot più noti agli strumenti specializzati, come quelli per la generazione di immagini, le possibilità creative sembrano ormai infinite e coinvolgono, in un modo o nell’altro, tutti.

Occhi finti e volti perfetti: come riconoscere un’immagine AI

Di fatto, questo fenomeno, non coinvolge solo chi utilizza attivamente strumenti come i chatbot o i generatori di immagini, ma riguarda anche chi non ne fa uso diretto. Perché, anche chi non adopera questi sistemi si trova inevitabilmente esposto ai contenuti che producono. Evitare l’uso dell’intelligenza artificiale non significa esserne al riparo: è sufficiente navigare in rete o scorrere un social per imbattersi, consapevolmente o meno, in testi, immagini e contenuti creati artificialmente.

Questo non significa che tutti i contenuti siano generati dall’AI, ma molti lo sono, anche se non esplicitamente etichettati come tali. Non si tratta solo di un problema, ma anche di una grande opportunità, oggi chiunque può dare forma a un’idea, anche senza competenze tecniche o strumenti professionali come quelli usati da grafici o fotografi. Ma proprio per questo, cresce l’importanza di riconoscere un contenuto AI, specialmente quando si tratta di analizzare immagini collegata a notizie su luoghi o persone.

Per quanto i generatori diventino ogni giorno più sofisticati, ci sono ancora dettagli che tradiscono la natura artificiale delle immagini. Sapere dove guardare è essenziale.

Un primo segnale? Gli occhi. Nelle immagini AI sono spesso sfocati, persi nel vuoto, troppo lucidi o innaturalmente simmetrici. A volte sembrano “stralunati”, senza o eccessiva espressività. Un altro indizio è il viso, la pelle appare eccessivamente liscia, quasi come fosse plastica e priva di imperfezioni, come se fossero stati applicati innumerevoli filtri, troppi anche per un editing molto sofisticato. E infine, anche lo sfondo risulta spesso sfocato, incoerente, o con dettagli che sembrano “fuori posto”  o irreali. Inoltre, andando oltre il volto, è possibile osservare altre parti del corpo che svolgono un ruolo particolarmente cruciale nell’identificare un’immagine generata dall’AI. Ad esempio, le mani spesso assumono posizioni insolite o innaturali.

Questi elementi, presi singolarmente, potrebbero non essere sempre presenti o comunque non bastare. Ma anche solo alcuni di questi dettagli, se considerati insieme, possono rappresentare la combinazione perfetta per riconoscere una foto generata dall’intelligenza artificiale.

Loghi e scritte alterate

Le immagini generate dall’intelligenza artificiale stanno diventando sempre più realistiche e diffuse. Spesso sono i volti o la presenza di persone a tradire l’origine artificiale di una foto, ma cosa succede quando questi indizi non ci sono? In questi casi, riconoscere una creazione artificiale può diventare molto più difficile. Le immagini prodotte dall’AI possono offrire nuove possibilità artistiche e creative, ma allo stesso tempo possono essere sfruttate in modo ingannevole, ad esempio per promuovere prodotti inesistenti.

Fortunatamente, quando si generano immagini con brand ben visibili, con l’obiettivo di collegarle alla promozione o vendita di un prodotto, è spesso possibile individuare alcune anomalie. Nel contesto del branding, infatti, è relativamente semplice riconoscere segnali che indicano l’artificialità dell’immagine: loghi deformati, combinazioni innaturali di simboli appartenenti a marchi diversi o segni che sembrano loghi ma in realtà non lo sono.

Questo fenomeno si manifesta anche in fotografie più ampie, che mostrano contesti complessi come strade con cartelli o muri di negozi con insegne e marchi. Inoltre, osservando anche i dettagli più piccoli, si può notare che si tratta di immagini generate dall’intelligenza artificiale, grazie alla presenza di cartelli, poster e altri elementi brandizzati con caratteristiche strane o incoerenti, molto diverse dai loghi ufficiali. Lo stesso vale per le scritte generiche, che risultano spesso confuse, distorte o addirittura illeggibili, a differenza di quanto accade in una fotografia reale. Tuttavia, è importante sottolineare che alcuni modelli avanzati sono ormai in grado di generare testi leggibili, anche se talvolta permangono piccole incongruenze che ne rivelano la generazione artificiale.

Errori di luce e posizione nelle immagini generate dall’intelligenza artificiale

Le luci e le ombre rappresentano un elemento chiave per distinguere immagini reali da quelle generate dall’intelligenza artificiale. Spesso, nelle immagini AI, i riflessi possono risultare assenti oppure presentare elementi distorti o incoerenti, che contraddicono la reale posizione degli oggetti nella scena. Talvolta, i riflessi mostrano oggetti che non sono presenti nella fotografia principale, violando così le leggi fisiche a cui una foto reale si attiene.

Errori di luce e posizione nelle immagini generate dall’intelligenza artificiale

Anche la posizione di elementi come porte, scale, finestre o corsi d’acqua può apparire irrealistica. Ad esempio, come si può notare chiaramente nella foto, i festoni sono posizionati in modo scorretto. Inoltre, è importante prestare attenzione alle ombre, che nelle immagini generate dall’intelligenza artificiale spesso risultano irrealistiche rispetto alla posizione di persone e oggetti.

In sintesi, l’analisi accurata di luci, ombre e posizionamento degli elementi è il modo efficace per individuare velocemente immagini generate dall’intelligenza artificiale.

Sfondi incoerenti nelle immagini generate dall’AI

Se il soggetto in primo piano è indubbiamente il fulcro di un’immagine, lo sfondo svolge un ruolo altrettanto importante. Nelle immagini generate dall’intelligenza artificiale, il soggetto principale può sembrare estremamente realistico e privo di errori, ma spesso è lo sfondo a tradire la natura artificiale dell’immagine, rivelando incongruenze evidenti.

Lo sfondo, infatti, racconta molto più del soggetto stesso e in una foto AI è comune imbattersi in oggetti fluttuanti o collocati in modo innaturale, anche quando si tratta di monumenti famosi. Inoltre, non è raro notare difetti visivi come macchie, texture confuse o elementi irriconoscibili che sostituiscono oggetti reali.

L’analisi attenta dei dettagli consente di identificare quando un’immagine è stata generata dall’intelligenza artificiale. Ciò non implica che le immagini create dall’AI siano necessariamente un problema o un inganno, ma è essenziale riconoscerle, soprattutto in assenza di un’etichetta esplicita. Questa consapevolezza risulta fondamentale per evitare fraintendimenti e per comprendere con maggior precisione la natura di ciò che si osserva.

 

 

 

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti