I dati di MILIONI di utenti Android sono A RISCHIO

Stando a quanto si evince da un report di Check Point Research, sembra che i dati di milioni di utenti utilizzatori di Android siano in serio pericolo
I dati di MILIONI di utenti Android sono A RISCHIO

I dati di oltre 100 milioni di utenti di dispositivi Android rischiano di essere divulgati a causa di vari errori presenti nelle impostazioni dei servizi cloud di terze parti utilizzati dalle applicazioni mobili. Questo è quanto riportato dagli esperti dell’azienda Check Point Research; lavorando nel campo della sicurezza informatica, gli studiosi hanno effettuato numerose ricerche al fine di capire l’origine del problema.

Fate attenzione a ciò che scaricate sul vostro telefono Android

Secondo i dati disponibili, gli sviluppatori di Check Point hanno studiato 23 applicazioni popolari per dispositivi Android. Di conseguenza, sono giunti alla conclusione che vari tipi di errori nella configurazione dei servizi cloud che utilizzano queste applicazioni possono portare alla potenziale divulgazione di dati personali di decine di milioni di utenti. Stiamo parlando di e-mail, messaggi di chat, password, foto, ecc.

Gli esperti sono riusciti a ottenere l’accesso ai dati riservati degli utenti da 13 applicazioni Android; il numero di download di ciascuno dei quali varia da 10mila a 10 milioni. Erano disponibili anche notifiche push e chiavi di archiviazione cloud in diverse applicazioni. Per quanto riguarda le app stesse, che possono potenzialmente diventare una fonte di fuga di dati, hanno citato Screen Recorder, Logo Maker, Astro Guru, T’Leva, ma ce ne sono molte altre.

I ricercatori raccomandano agli utenti di fare più attenzione quando scelgono le app da scaricare sui loro smartphone Android. Le persone dovrebbero inoltre utilizzare una soluzione software per la protezione delle informazioni riservate in grado di monitorare l’attività dei vari processi in tempo reale, prevenendo potenziali fughe di notizie.

Nelle news correlate, negli Stati Uniti, il tribunale ha continuato a considerare il caso della cosiddetta Apple Tax, ovvero la  commissione del 30 per cento che l’azienda prende dagli sviluppatori di applicazioni. Questa volta, il CEO di Apple Tim Cook ha risposto alle domande del tribunale, che si è tenuto a Oakland, in California.

Tra le altre cose, il top manager ha affermato che Apple si prende cura degli utenti, non consentendo il download di applicazioni da store di terze parti, oltre a controllare attentamente tutti i prodotti disponibili nell’App Store.

Il giudice federale Yvonne Gonzalez Rogers ha affermato che gli sviluppatori di giochi generano la maggior parte delle entrate dell’App Store. Ha osservato che le entrate di Apple dai creatori di contenuti “sembrano sproporzionate“.

Tim Cook ha cercato di convincere il giudice che l’azienda non viola le regole della concorrenza proibendo agli sviluppatori di utilizzare sistemi di pagamento di terze parti nei loro prodotti e addebitando una commissione del 30% sulle transazioni degli utenti.

Alla domanda sulla possibilità di consentire ai clienti di utilizzare store di terze parti per trovare opzioni più economiche, Cook ha risposto che gli utenti hanno già la possibilità di scegliere tra l’iPhone e un gran numero di smartphone Android. Particolare enfasi è stata posta sul fatto che l’azienda si sta impegnando molto per controllare le applicazioni, tenendo a cuore così la sicurezza dell’utente e la riservatezza dei suoi dati personali.

Fonte: Checkpoint

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