Google e Piracy Shield contro la pirateria streaming

Il Commissario AGCOM Capitanio ha dichiarato: "Google si inserisce nel meccanismo di Piracy Shield" contro la pirateria streaming.
Google e Piracy Shield contro la pirateria streaming

Ieri, sul tema pirateria streaming, il Commissario AGCOM Massimiliano Capitanio ha dichiarato al Corriere della Sera: “Google si inserisce nel meccanismo di Piracy Shield con la sola differenza del modulo con cui viene trasmessa all’ott la segnalazione depositata dai detentori dei diritti attraverso la piattaforma AGCOM“.

Un’informazione che approfondisce la recente notizia che annunciava la collaborazione di Google con AGCOM per stanare IPTV e Pezzotto illegali. “Finalmente una prova di collaborazione seria e concreta“, ha esultato Capitanio che ha anche precisato: “La procedura è istantanea e automatizzata e resta fermo il rispetto dei 30 minuti del take down previsto dalla legge 93/2023 Maccanti-Mollicone. Gutta lapidem cavat (la goccia perfora la pietra, Ndr)“.

Google e Piracy Shield: le dichiarazioni di Big G

Google, il colosso di Mountain View, inserendosi nel meccanismo di Piracy Shield, attraverso un portavoce ha commentato la nuova collaborazione: “Google mette a disposizione dei titolari di diritti d’autore e dei regolatori degli strumenti semplici e intuitivi da utilizzare per richiedere la rimozione rapida dei contenuti in violazione dai suoi servizi. Questi strumenti sono già impiegati da centinaia di migliaia di titolari dei diritti in tutto il mondo. Siamo lieti di aver raggiunto un accordo tecnico con AGCOM per arginare ulteriormente la violazione delle norme da parte di attori in malafede“.

Capitanio ha anche aggiunto: “I DNS pubblici di Google non potranno più essere usati per guardare contenuti pirata. Si tratta di una tappa fondamentale per il contrasto alla pirateria poiché, per la prima volta, sono stati eseguiti ordini da parte di un soggetto diverso dai tradizionali Internet Service Provider“.

Rimane ancora aperta la situazione VPN che Capitanio ha toccato in un suo recente post su LinkedIn: “Ci sono tanti altri fronti su cui lavorare. Ad oggi, infatti, nonostante l’intenso lavoro dell’Autorità, molte categorie di soggetti coinvolti nell’accessibilità dei siti pirata, come ad esempio le VPN, non si sono ancora adeguate alle previsioni della legge che impone l’inibizione della visualizzazione ai contenuti in diretta entro 30 minuti dall’ordine di AGCOM“.

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