Editoriale. Telefonia mobile: Come si batte la crisi?

Mercato in contrazione. Prezzi rivisti. Centri che chiudono. E se si iniziasse a puntare sui servizi?

Mancano poco meno di due settimane al Mobile World Congress di Barcellona, e gli argomenti in agenda in vista della fiera internazionale più importante della telefonia mobile sono molti. In particolare, l’attenzione di tutti è concentrata sull'andamento del mercato, che si lega a doppio filo alla crisi che da qualche mese sta colpendo i Paesi industrializzati.

Tra contrazioni più o meno tangibili, e piani per il futuro parzialmente rivisti in negativo, al pari delle proiezioni degli utili, si cercherà di capire come continuare a penetrare nella clientela, in un mercato saturo. Se in passato i margini di crescita dei vari modelli erano più sensibili, perché erano sufficienti considerazioni banali per capire ciò che mancava a un telefonino, oggi il ragionamento è più mediato, meno automatico; più difficile, se vogliamo.

In generale, abbiamo visto come alcuni blasoni della telefonia mobile siano preda della crisi attuale. Su tutti Motorola, che in questo 2009 sta lasciando una sensazione di smobilitazione dall'Italia, con la vendita del centro di Torino, e con una certa inversione di tendenza nella comunicazione con gli addetti ai lavori.

Nokia, in questo panorama, continua a essere leader, ma le riduzioni lasciano qualche perplessità: non soltanto quelle relative alle quote di mercato, lievi, ma soprattutto quelle del prezzo del nuovo <a href="/Nokia/Sch

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