Aumenta la competizione per Nokia

Secondo uno studio della nota società di ricerca Ovum, il successo ottenuto da Nokia in questi ultimi tre anni sarebbe dovuto all'incapacità dei suoi

Secondo uno studio della nota società di ricerca Ovum, il successo ottenuto da Nokia in questi ultimi tre anni sarebbe dovuto all’incapacità dei suoi concorrenti piuttosto che ad oculate scelte di marketing. Nokia, infatti, avrebbe colto la palla al balzo in un momento in cui Motorola non ha saputo approfittare del successo planetario dei suoi modelli StarTAC, Siemens mancava di buoni designer, Sony ed Ericsson non riuscivano ad emergere ed una volta unitisi restavano sempre lontani dalla vetta. In questa ottica Nokia riusciva ad ottenere quasi il 40% del mercato, portando in tre anni i suoi guadagni da 10 miliardi di Euro circa agli attuali 23 miliardi.

La competizione, però, è in aumento ed il nuovo mercato dei terminali multimediali ha portato nuove compagnie in gioco e potrebbe stravolgere i rapporti di forza che si credevano consolidati. Il successo dei telefonini di Sharp e Samsung è sotto gli occhi di tutti. Vodafone ha da poco annunciato che per il suo servizio Vodafone Live! le vendite di cellulari Panasonic e Sharp hanno nettamente superato quelle del Nokia 7650. In futuro la tendenza della parte bassa del mercato si porrà sempre più nelle mani di telefoni fortemente personalizzati dai gestori, mentre gli utenti di fascia alta continueranno a preferire i cellulari senza marchio.

Da tenere in forte considerazione è anche l’importante mercato cinese. Le società locali, ben 36, stanno lentamente occupando il mercato nazionale e già adesso detengono il 40% delle vendite. In futuro questa percentuale è destinata a salire e i costruttori cinesi potrebbero addirittura iniziare ad esportare massicciamente i loro prodotti. Per il futuro Ovum prevede che Samsung possa intaccare sempre più le quote di mercato di Nokia, mentre altri concorrenti di una certa consistenza potrebbero rivelarsi Microsoft, Sony Ericsson e gli stessi operatori. La leadership futura della casa finnica è, insomma, tutt’altro che sicura.

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