Continuano a giungere nuovi studi
sulla presunta pericolosità dell’utilizzo dei telefoni cellulari. Stavolta è
il turno di un gruppo di scienziati inglesi del Bristol
Oncology Center. L’equipe medica autrice della ricerca, infatti, è convinta
che l’uso frequente del telefonino possa portare a seri danni alla salute, in
particolar modo variando i fragili equilibri chimici presenti nel nostro cervello.
Sei studi diversi dimostrerebbero,
infatti, che il tempo di risposta del cervello aumenta considerabilmente se
si utilizza con frequenza un cellulare, il che non fa altro che aumentare i
rischi di cancro. Secondo i medici inglesi, l’esposizione prolungata alle emissioni
radio dei cellulari provoca un forte stress in una proteina presente nel nostro
cervello, con gravissimi rischi per l’uomo.
Non è certamente la prima ricerca
che afferma che i cellulari provocano danni alla salute. Pochi mesi fa alcuni
ricercatori svizzeri avevano rilevato che l’uso frequente del telefonino provocava
disturbi al sonno. Più gravi, invece, gli effetti rilevati da una ricerca svedese,
dove erano, però, stati presi in considerazione i vecchi apparati veicolari
analogici. In questa ricerca si affermava, infatti, che dopo dieci anni di utilizzo
di un cellulare, il rischio di contrarre un cancro al cervello aumentava considerevolmente.
Gli stessi scienziati inglesi,
però, non vogliono creare inutili allarmismi. La ricerca è ancora agli inizi
e ci vorrà molto tempo prima che si giunga ad un risultato definitivo, nell’ordine
di alcuni anni. Intanto, la World Health Organization (WHO) ha affermato, per
bocca del direttore della sezione Radiazioni e Cancro, che le prove finora presenti
sono troppo poche per poter affermare che vi sia un qualche rischio nei nostri
telefonini, anzi, finora le prove più certe vedono un netto prevalere degli
studi che escludono tali rischi. Lo scorso mese, d’altronde, una ricerca sponsorizzata
dal Governo inglese, aveva escluso possibili rischi per la salute degli utilizzatori
di cellulare, ma ne sconsigliava comunque l’uso ai bambini, più soggetti ad
eventuali disturbi, a causa delle emissioni elettromagnetiche.